La consigliera di Civico 22 in Consiglio comunale Giovanna Megna interviene sulla sentenza del Consiglio di Stato in merito alla sentenza Dad. Il massimo organo della giustizia amministrativa aveva dato ragione al presidente della Regione De Luca, nell’appello contro la decisione del Tar di Napoli che era stata favorevole al ricorso di alcuni genitori contro la didattica a distanza, attuata in Campania contro il Covid dal 28 novembre 2020. Il Consiglio di Stato ha definito legittima la decisione di De Luca di prolungare la dad rispetto alla ripresa della scuola in classe decisa dal governo nazionale e questo aveva sortito l’intervento del Sindaco di Benevento Mastella che dal suo profilo facebook era intervenuto ieri l’altro difendendo il suo operato partendo proprio dalla sentenza del Consiglio di Stato. “Fui attaccato in maniera strumentale da parte di un gruppo di persone che minacciarono di denunciarmi per avere io chiuso le scuole in presenza del ritorno prepotente del covid. Persone, con chiara ispirazione politica, tese a screditarmi, ” scrisse Mastella che poi etichettò come “comitati e comitatini” quel gruppo di persone. La sentenza del Consiglio di Stato a favore di De Luca e di tutti noi sancisce che avevo ragione.”
Giovanna Megna parte da questo assunto. “Facciamo immediatamente chiarezza: il Consiglio di Stato NON ha dato ragione al Sindaco, perché il giudizio non aveva certo ad oggetto la sua ordinanza, né tantomeno c’azzecca nulla con le decisioni prese a Benevento lo scorso Natale. La pronuncia riguarda decisioni prese dalla Regione nel 2020 e dice espressamente che occorre collocare la valutazione giuridica delle ordinanze nel loro effettivo e proprio contesto cronologico, così che non può non considerarsi per il PRIMO ANNO della pandemia, la assoluta novità e l’inusitata gravità di questa emergenza globale. Tra l’altro la normativa nazionale all’epoca era completamente diversa, ma non sono certo questi tecnicismi ad interessare. Il disastro è sotto gli occhi di tutti: lo dice l’OMS, lo grida l’Unicef, mentre l’ultimo allarme sulla possibile cronicizzazione dei disturbi mentali è dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza. Proprio di recente, infatti, è stato pubblicato lo studio “Pandemia, neurosviluppo e salute mentale di bambini e ragazzi” che forse il Sindaco, impegnato in questioni per lui più urgenti, non ha avuto ancora modo di leggere. Peccato, perché si dice chiaramente che i provvedimenti, su base locale, di apertura e chiusura “a singhiozzo” di classi o intere scuole – in base a disposizioni regionali come quelle della Regione Campania – hanno costituito un fattore di rischio per la salute mentale. Basterebbe in realtà ascoltare le famiglie, i docenti, i pediatri e chiunque stia toccando con mano gli enormi problemi che bambini e ragazzi manifestano: dalla difficoltà di attenzione, disturbi alimentari e di socializzazione, uso distorto del digitale, per non parlare dell’impatto tremendo su categorie già fragili per disabilità o contesti familiari. Si annunciano progetti contro la dispersione, che ancora non abbiamo visto, titoli di giubilo per la Regione che – adesso – stanzierebbe fondi per la salute mentale dei ragazzi, cercando di mettere una pezza al buco, ignorando totalmente quanto l’intervento doveva essere più che tempestivo. Nel frattempo, chi si è attivato da subito coinvolgendo centinaia di ragazzi in percorsi educativi personalizzati, continua a lavorare, senza però riuscire a gioire pienamente per i risultati: resta l’amarezza di scelte che, in modo più che evidente, si sono dimostrate nei fatti completamente sbagliate.”