“Non discuto con i vertici istituzionali attuali del Conservatorio, attendo chi verrà e poi decido con chi dialogare”. Mastella taglia cortissimo sulla questione della paventata decisione di non prolungare la concessione dell’auditorium del San Vittorino al Conservatorio targato Verga. Una risposta che il sindaco ha rilasciato ad una domanda, la sola ad avere un minimo di interesse contingente, subito dopo avere inaugurato, lungo Corso Garibaldi, la manifestazione Gusto Italia. Il sindaco sgombra il campo da equivoci. “Non c’è nessun bando ancora, la questione verrà affrontata in un secondo momento”, dice Mastella, che ritiene pretestuosa la polemica con l’Università che si sobbarca l’onere delle spese un po come con le Orsoline. Poi vira sul versante della logistica scolastica. “Abbiamo un problema di scuole e di dove dirottare i ragazzi nell’attesa che vengano realizzate le opere per le quali abbiamo ricevuto i 15 mln di sovvenzionamento. Il rischio, dice Mastella, è che si potrebbe vanificare lo sforzo fatto e allora su San Vittorino stiamo ragionando anche sulla possibilità di sfruttare gli spazi non utilizzati dal Conservatorio scartando del tutto l’ipotesi dei doppi e tripli turni. Insomma, Mastella “congela” la questione nei confronti del Conservatorio che comunque i vertici li mantiene, in attesa del giudizio di merito del Tar a Novembre e in attesa che al Miur un confuso Consiglio Accademico del Nicola Sala fornisca una terna finalmente credibile come quella pretesa dal ministro Messa. E non si è fatta attendere la replica tagliente dell’attuale presidente del CdA Verga. “Grazie a Dio i vertici del conservatorio non li sceglie Mastella, anche perché quello che ha scelto è stato già bocciato dal TAR. Vuol dire che aspetteremo novembre dopo la discussione nel merito del ricorso. Il Conservatorio continuerà nella propria programmazione già deliberata con gli eventi in cartellone”. Intanto ieri si è riunito il Consiglio Accademico ma non si intravvede, per ora, la soluzione dei problemi. E sulla scadenza posta da Grassia, il direttore del Conservatorio, a Rossi circa una integrazione dei titoli per assurgere alla carica di presidente del CdA, lo stesso Rossi ha ripresentato i titoli, non si sa se con maggiore dettaglio, ed il Consiglio Accademico ha riconfermato la terna ma del verbale ancora nemmeno l’ombra. Si intuisce che l’esigenza più impellente è quella di prendere tempo e si intuisce anche che il Conservatorio è nel bel mezzo di una lotta di potere come vaso di coccio tra vasi d’acciaio.