“Occorre un ‘cambio di passo’ come giustamente ha richiamato il Consigliere Regionale, Mino Mortaruolo. Il presupposto di metodo e di merito è una corretta ed attenta analisi su quello che sta succedendo in Regione Campania, sugli effetti della programmazione in atto nonché sugli obiettivi che si intendono perseguire. Mai come ora si registrano storture e paradossi sui quali è necessario riflettere per calibrare i prossimi interventi”. Così Carlo Coduti, responsabile Dipartimento Agricoltura del Pd sannita.
“Veniamo – prosegue la nota – da una programmazione che ha destinato più risorse alle imprese agricole rispetto alle precedenti (prendendo in considerazione solo le misure destinate ai privati per progetti di miglioramento tipo 4.1.1., 4.1.2, e 6.1.1.). Solo in provincia di Benevento ci sono stati oltre settecento beneficiari, per un contributo complessivo di circa 130 Milioni di euro. Tuttavia, quella alle nostre spalle è la programmazione che ha generato maggiore sfiducia e malcontento nelle imprese e tra gli agricoltori.
Rispetto a questo quadro, paradossale e desolante, da parte di molti ci si avventura in considerazioni frettolose e superficiali, non sempre rappresentative della reale situazione che stiamo vivendo. Ad esempio, si preferisce ‘individuare’ nelle numerose ‘proroghe’ per la presentazione delle istanze dei diversi bandi (tra le cause dell’eccessiva partecipazione), oppure nella carenza di personale negli uffici, le ragioni del problema.
Sicuramente tutto ciò ha contribuito a “problematizzare” la gestione dei fondi del P.S.R. determinando lungaggini, contenziosi ecc., tuttavia le ‘vere criticità” vanno ricercate nel fallimento del documento di programmazione iniziale. Un documento senza visione né strategia. Il solo messaggio che si è riuscito a veicolare è stato ‘soldi facili per tutti’, con un contributo a fondo perduto del 90%.
Le criticità del programma sono state amplificate dalle griglie di valutazione dei bandi. Criteri incomprensibili e difficilmente interpretabili; parametri di valutazione orientati a privilegiare piccoli progetti; scarsa considerazione per le innovazioni e le buone iniziative.
Ecco perché occorre cambiare passo, con decisione e senza tentennamenti, a partire dalla ideazione e dalla redazione di Programmi “intelligenti e lungimiranti” finalmente capaci di cogliere gli obiettivi che ci si prefigge.
I nuovi programmi debbono essere correttamente calati nel contesto socio economico da sviluppare; debbono mirare a rilanciare le politiche agricole delle zone marginali; debbono individuare ed incentivare investimenti in filiere performanti a garanzia dello sviluppo dei comparti produttivi; debbono selezionare imprenditori capaci ed accorti che utilizzino le risorse pubbliche per ‘generare ricchezza e sviluppo’ e non, semplicemente, per ‘fare spesa’. Non è difficile farlo purché si abbiano anzitutto ‘idee chiare’, quindi volontà, competenza ed organizzazione”,