Il Mastella da trasferta in terra avellinese. Il segretario nazionale di Noi di Centro ha preso parte ad un meeting ad Avellino per serrare i ranghi della sua compagine in terra irpina e molto per iniziare da lontano la sua lunga marcia verso le Politiche dell’anno prossimo. Non inganni l’ampiezza della distanza con l’appuntamento del 2023; la diminuzione del numero dei parlamentari impone che si lavori e sodo per quadrare un cerchio che non è scontato si quadri per nessuno, neppure per Mastella. No è un caso che ad Avellino, stamattina, c’era tutto il partito che conta in Campania, nessuno escluso. E Mastella, come è prassi, attraversa l’arco delle problematiche attaccando il napolicentrismo esasperato brandendo l’arma del Molisannio ma poi parlando anche di una “Campania del nord e di una Campania del sud” che non si riconosca nei tanti e gravi problemi di Napoli. Ma la sua è stata una puntata avellinese tutta politica ed ad Avellino la turbolenza del quadro politico è stata ancora di più accentuata dalla recente sentenza del Tar che ha scompaginato i piani di quel PD che ha in Buonopane il proprio riferimento. E Mastella attacca duro e diretto. “A Buonopane e ai dem dico che la nostra sopportazione ha un limite”. Se il PD vuole allargarsi noi ascolteremo, altrimenti andremo avanti da soli senza nessun problema. Io ho lanciato l’appello, chi accetta bene, altrimenti me ne frego”. E poi. ” Hanno collezionato figurine Panini, un partito che si è adoperato solo per collocare gli amici degli amici nei vari enti, prima di De Mita ora di qualche consigliere regionale”. Insomma, Mastella va all’assalto ma non restano senza rispoeta le sue affermazioni. Dal PD beneventano, che lo detesta, parlano di “nervosismo a porte chiuse”, parole “dal tono un po’ squadrista che denotano quanto Mastella avverta che per lui le porte dei due schieramenti nazionali, in vista delle politiche del 2023, sono sempre più chiuse”, recita una nota della Segreteria provinciale del PD sannita a firma di uno dei vicesegretari, Italo Palumbo. “Continua a proporsi come rappresentante di un (piccolissimo) “centro”, made in Ceppaloni, che oltre l’Epitaffio semplicemente non è rilevato dai radar della politica nazionale. Arriva persino a millantare fosche previsioni per il PD che, se limitasse la sua coalizione al M5S e alla Sinistra, non avrebbe chances di vittoria alle prossime politiche. A parte l’ossessione per il PD, Mastella sembra non porsi il problema di quale sia la proposta del suo movimento né di indicare i suoi compagni di strada con i quali autoeleggersi rappresentante del (piccolissimo) centro. Cesa, Lupi, Brugnaro, Quagliariello e Toti guardano al centrodestra, con Calenda pare vi sia una epidermica incompatibilità, Renzi ha problemi in casa sua ed i suoi rappresentanti territoriali appoggiano i candidati del centrodestra nelle più importanti città chiamate al voto il 12 giugno. Ed allora con chi vuole costruire questo rassemblement centrista? Ma dopo innumerevoli piroette, cambi di casacca, patetici tentativi di scambiare l’essere con l’apparire, millanterie da bar del paese (Conte ter, presidenza della repubblica e quant’altro) anche i meno avvertiti hanno imparato lo spartito”. Un sabato tipicamente italiano…