Riceviamo e pubblichiamo
Apprendo dalla stampa che alcuni Sindaci dell’area vitulanese hanno scritto alle più alte cariche dello Stato, per difendere la realizzazione della Fondovalle così come attualmente disegnata. Iniziativa legittima, così come lo è stata quella del Sindaco di Vitulano Raffaele Scarinzi, che difende anch’egli la realizzazione dell’opera ma chiede che sia più sostenibile e meno impattante. Premesso ciò, spiace constatare che in riferimento al sottoscritto si riportano notizie non corrispondenti al vero. Ricordo a me stesso, innanzitutto, che ricopro la carica di parlamentare dal 2018. Ricordo, inoltre, che sin da subito, non appena si è posta la problematica sul tracciato dell’infrastruttura, mi sono attivato – nelle prerogative definite dal mio ruolo – affinché si riuscisse a trovare una sintesi utile a superare la criticità che legittimamente, in primis, i cittadini hanno rilevato. Ricordo ancora che il sottoscritto ha chiesto e ottenuto un tavolo di confronto a cui, oltre alle amministrazioni che oggi pretestuosamente mi attaccano, parteciparono l’ex presidente della Provincia Antonio Di Maria e il Sindaco di Benevento. Così come è doveroso ricordare che a quel tavolo, dove criticità vennero espresse anche da altri Sindaci oltre a quello di Vitulano, si assunsero degli impegni volti alla concertazione e al confronto che non sono mai stati onorati, contravvenendo a quello che dovrebbe essere un leale rapporto istituzionale, scevro da condizionamenti di parte. Nell’elenco delle cose che è doveroso ricordare ai primi cittadini che oggi mi accusano grottescamente di immobilità, rientra anche che da parlamentare ho interpellato il Cipe per verificare la possibilità di una eventuale deroga rispetto all’erogazione delle somme che, nel contesto del Museo del Sannio, si diceva non percorribile. Deroga, invece, concessa anche in virtù del contesto pandemico, ma di cui non ci si è avvantaggiati per verificare tracciati alternativi. Resi edotti i Sindaci del mio operato, che è a loro sconosciuto o per disattenzione verso le problematiche di cui si scrive, o semplicemente per un mal riuscito tentativo di discredito, insisto ancora sul fatto che ci troviamo di fronte a un’opera progettata oltre 20 anni fa, quindi non attualizzata e il cui costo – aspetto ancora più dirimente – è stabilito su valori attualmente stravolti. Partendo da questi presupposti, si corre il rischio di consegnare al territorio non un’opera strategica, ma l’ennesima incompiuta, utile solo a gettare alle ortiche gli investimenti dei cittadini che hanno deciso di valorizzare il proprio territorio e le eccellenze che esso produce. Una responsabilità che le Istituzioni non possono assumersi e che ci pone nelle condizioni di mettere in campo tutte le azioni utili affinché, così come anche rilevato dalla Soprintendenza, si considerino le alternative in campo. Non è il momento della contrapposizione, utile solo a mettere in atto scaramucce figlie delle diverse appartenenze partitiche, ma della sintesi, per fare in modo che l’opera si realizzi, purché ciò avvenga in sintonia con le richieste del territorio e delle sue specificità. Considerare il tracciato alternativo, significa anche determinare economie utili a creare il sistema di raccordo che alla riunione presso il Museo del Sannio, veniva contestato perché insufficiente. Ai Sindaci, oltre a riconfermare la mia piena disponibilità al confronto, dico di guardare oltre alle mere appartenenze o alle recriminazioni personali e di lavorare insieme per ottenere il massimo e il meglio per il territorio.