Bando Periferie si ma senza i privati. Laconico epilogo di una faccenda che si trascina da circa 6 anni, da quando la prima Amministrazione Mastella la lanciò come core business della sua intera avventura al Comune di Benevento. Ripensare integralmente il cuore della città, anche se il bando si riferisce ad aree periferiche, parcheggi a Piazza Risorgimento e un palazzo di cinque piani al posto del Terminal Bus a Piazza Vari dirottato dalle parti della stazione ferroviaria. Una vicenda che ha conosciuto molte problematiche; l’opposizione della passata consiliatura, almeno fino al 2019 e De Pierro, attuale vicesindaco, ne era il capo, le battaglie di Altrabenevento, che per molti verso hanno condotto alla situazione attuale, la ostinazione di Mastella e della sua giunta nei confronti della compartecipazione dei privati per una quota pecentuale respinta dall’Anac su ben due progetti finanziari di Lumode e che ponevano in quota al pubblico il 75% dell’investimento e in capo al privato il 25. Ora Mastella assicura che i 7 mln di euro arriveranno per una gestione tutta pubblica dell’intera operazione. E si scatenano i botta e risposta. L’opposizione esulta. “Ora bisognerà mettere mano ad un complessivo ripensamento delle opere da fare e in modo serio”, dice Luigi Perifano, portavoce di ApB . “Strumentalizzazione e basta”, replica De Pierro che rincara la dose.
Resta il fatto che ora si riparte da zero e non appare pere nulla giusto che si riversi l’intera responsabilità sull’assessore ai Lavori Pubblici Pasquariello, laddove la pervicacia dovrebbe essere equamente spalmata dal piano nobile di Palazzo a scender per li rami. Quella impostazione era sbagliata in nuce ed ora si attendono i documenti che attestano la presenza dei fondi a disposizione, al di la della rassicurazioni telefoniche del sindaco. E c’è anche da comprendere come si metterà la situazione con Lumode. E’ già in atto un tentativo di abboccamento per evitare di andare allo scontro frontale con i casertani ma la sensazione è che difficilmente il Comune potrà evitare il contenzioso con gli ex sodali privati. La chiosa finale di Gabriele Corona
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