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Avellino-Malta| “I Cittadini in Movimento” portano in tribunale il Ministero degli Esteri

Avellino-Malta| “I Cittadini in Movimento” portano in tribunale il Ministero degli Esteri

19 Aprile 2022 | by Redazione Av
Avellino-Malta| “I Cittadini in Movimento” portano in tribunale il Ministero degli Esteri
Politica
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Nel solco del movimentismo civico parte da un consigliere COMITES a Malta, Stanislao Filice, eletto nelle fila de “I Cittadini in Movimento”, fondata dall’avv. Massimo Passaro, unitamente ad altri colleghi di altre nazioni, un’ azione legale per riformare il sistema della rappresentanza degli italiani all’estero che da troppi anni, in maniera bipartisan, viene contestato ma nessuno sembrava intraprendere la strada giusta.

La rappresentanza degli italiani passa attraverso differenti organismi che partono dalla base degli espatriati: in primo luogo i COMITES nelle varie nazioni, poi il CGIE e cioè il consiglio generale degli italiani all’estero presso il Ministero degli Esteri. Questo “parlamentino” composto da 43 componenti eletti da circa duemila grandi elettori e 20 membri nominati, ha in carico l’uso di fondi milionari destinati ad attività all’estero: finanziamenti erogati dall’Italia attraverso la Farnesina e, più in generale tramite il bilancio dello Stato, con lo scopo di tutelare e valorizzare i connazionali espatriati oltre a promuovere complessivamente il sistema culturale e commerciale italiano.

“La carenza di democraticità nella composizione di questo organismo – dichiara Stanislao Filice-  l’inerzia della burocrazia ministeriale centrale e periferica ha creato una “casta” di addetti autoreferenziali che gestiscono risorse in una totale assenza di valutazione del loro operato: il dato emblematico è che su oltre 5milioni di aventi diritto al voto alle ultime votazioni di rinnovo dei COMITES (comitati presenti nelle nazioni dove risiedono almeno 3000 italiani espatriati ed iscritti all’AIRE) poco meno del 3% ha partecipato al voto. Al danno la beffa: i candidati a rappresentare il mondo degli italiani presso l’organismo centrale del CGIE è delegato ad una rappresentanza territoriale parziale e quasi 600mila italiani che hanno espresso un COMITES non possono, tramite i propri eletti, indicare dei rappresentanti al CGIE che sono appannaggio di un gruppo ristretto su un principio mal applicato che ha creato una discriminazione radicale tra cittadini italiani.”

Questo è quindi il focus del ricorso accolto dal Tribunale Ordinario di Roma e che sarà discusso dall’Avv. Carmine Manzione il prossimo 2 maggio al cospetto del Giudice Crisafulli, che sia l’inizio di una riforma determinante per l’Italia dal basso? Sicuramente risulterà un’ azione incisiva dopo anni di interrogazioni parlamentari e dibattimenti che non hanno prodotto alcun cambiamento.

“le ragioni di questo fallimento sono molteplici ma ci pongono innanzi ad una importante sfida che la miopia amministrativa non comprende: gli italiani nel mondo sono un motore economico determinate perchè determinano economia di ritorno e sostengono la nostra economia, non esiste migliore promozione dell’Italia che gli oltre cinque milioni di italiani nel mondo. Nessuna missione commerciale o politica può fare quel che da sempre noi Italiani facciamo come rete – Continua Filice – ed è il momento che gli organismi di rappresentanza e raccordo tra Italia e cittadini emigrati ben pensati, ma mal gestiti, siano rivisti e resi efficienti ed efficaci dando conto a tutti gli italiani del loro operato e della gestione dei loro soldi, un flusso milionario quasi indefinibile.”

Gli Italiani all’estero una risorsa spesso non considerata opportunamente che ha una grossa influenza sul sistema economico e sociale nazionale.

“La sfida di oggi è capire che abbiamo due realtà di base di emigrazione: quella all’interno dell’Unione Europea e quella al di fuori e da qui parte la grande diversità di approccio che merita una riforma. A questa osservazione va aggiunto un altro fattore importante che riguarda le generazioni di emigrazione che rappresentano due modi diversi di percepire l’Italia e dobbiamo anche su questo riformare l’approccio fino ad oggi tenuto. Anche per i Parlamentari eletti all’estero dobbiamo comprendere che il collegio “Europa” deve essere solo riferito all’Unione Europea e questo perché ormai all’interno di questo sistema ci sono esigenze e diritti, basati sul principio di reciprocità, che vanno affrontati diversamente e con una interazione attiva tra Parlamento Nazionale, Istituzioni dei Paesi membri e le stesse istituzioni Europee centrali.”

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