La sottoscrizione del sindaco in calce alla raccolta firme che Gino Abbate starebbe raccogliendo per chiedere le dimissioni di Ferrante non ci sarà. Una conclusione cui è facile arrivare e anche Mastella, lontano dalle telecamere, stamattina ha ribadito che la faccenda è di totale pertinenza della Regione rispondendo indirettamente al tendenzioso interrogativo posto ieri dal segretario del PD Cacciano proprio sulle intenzioni del sindaco di supportare l’intento del vulcanico suo consigliere regionale; che è certamente Ginettaccio ma che alla fin fine risponde sempre al suo diretto interlocutore politico. E allora la schermaglia rimarrà sul piano dell’invettiva cui il sindaco potrà, di volta in volta, dare sostegno o fermare se i toni diventano un po troppo virulenti. Vero è che Mastella conosce assai bene le fughe in avanti di Abbate e pur non avendo più con De Luca il rapporto di un tempo baderà a tenere un profilo basso almeno fino alle prossime politiche. Altrettanto vero è che Ferrante non sarà più ad agosto il Direttore Generale e quindi il sindaco lascerà scorrere la situazione fino alla fine naturale delle cose. Con De Luca poi, se è il caso, ragionerà attorno ad un profilo che potrebbe star bene anche a lui. Nel frattempo orchestra le fiammate di Ginettaccio, non senza difficoltà, e gigioneggia quando con calcolata metodicità distrae l’attenzione generale con battute a valanga sulla sua presunta superiorità politica rispetto al resto del lotto che però ha finito per capire il gioco. Tesse la sua tela, Mastella costruisce il suo partito personale e tende l’orecchio al proporzionale che pare essere gradito a molti e se è con le preferenze il piatto diventa ricco. Correrà per se o per la moglie? Più la seconda ipotesi che la prima ma sa bene il sindaco che l’operazione è difficile e se andrà in porto sarà optando per la coalizione che più gli potrà garantire l’intento e che oggi come oggi è il centrosinistra. Supposizioni, e poco più, il cammino da qui a giugno 2023 è lungo e irto di ostacoli.