Gino Abbate sempre più propenso a chiedere la testa del direttore generale del San Pio Ferrante che, dal canto suo, prosegue nella condotta del silenzio dinanzi a tanta virulenza di propositi. Ginettaccio lo ha messo nel mirino anche perchè sa bene che Ferrante non resterà a Benevento alla fine del suo mandato previsto per gli inizi di agosto. Il consigliere noidicentrista lo ha ribadito di recente anche al nostro programma Doppio Taglio e anzi ha annunciato la raccolta firme per “liquidare” Ferrante una volta per tutte. Sulla questione interviene il segretario provinciale del PD sannita Giovanni Cacciano che si chiede se sia dello stesso avviso Mastella e se il sindaco sia tra i firmatari della “mozione di sfiducia”. “L’assenso di Mastella “sarebbe quello di “maggior peso” locale per dare forza e sostanza all’azione intrapresa”, dice Cacciano, “sempre che sia questo il vero obiettivo del consigliere regionale e della compagine mastelliana…”, lascia trasparire la nota Dem paventando dell’altro. “È del tutto evidente che, se Abbate fa sul serio nel «chiedere la testa» di Ferrante, allora non può non avere tra i firmatari e sostenitori Mastella, nella doppia qualità di Sindaco della città capoluogo e Presidente dell’Assemblea Provinciale sulla Sanità. Diversamente, quella del consigliere regionale è solo una strumentale “caciara mediatica” i cui veri obiettivi sarebbero, con ogni evidenza, altri. Eventualità che il consigliere Abbate dovrebbe in ogni caso spiegare e motivare alla cittadinanza sannita”.
Cacciano chiede se Mastella “condivide o meno quanto posto in essere dal consigliere regionale del suo partito impegnato a raccogliere firme per dimissionare il Direttore generale dell’ospedale accusato di «scarse capacità manageriali nella gestione dell’emergenza pandemica”. Poi l’affondo di Cacciano. “Come mai l’esigenza di questa quantomeno «eccentrica» raccolta firme emerge appena dopo la nomina dei nuovi primari di Chirurgia cardiovascolare e Ortopedia, peraltro caduta sui primi della terna in graduatoria? Fornire risposte attendibili è opportuno e necessario”,conclude il segretario provinciale del PD, “anche per sgombrare il campo da maliziose interpretazioni che alluderebbero ad un nesso causale tra la «mozione di sfiducia» proposta e presunte aspettative non soddisfatte”.