Noi di Centro entra nella sua fase fondativa. A Roma, a Palazzo Santa Chiara, il Segretario nazionale Mastella ha provveduto alla presentazione dell’organizzazione nazionale dei segretari e dei presidenti regionali di noi Di Centro. Il partito, che ricalca nella sua natura il fu Udeur, vede sempre in lui “l’uno emanatore”, il demiurgo che ora come allora è a capo delle sue “truppe mastellate”. E Mastella è subito calato nella realtà del suo partito che annunciò sin dalla vittoria al ballottaggio ad ottobre scorso. Parla a ruota libera, con la solita verve a tratti anche gigionesca, ma è sempre compos sui su quelli che ritiene i temi portanti del suo disegno. Sa bene che al nord ha poca presa ma non se ne duole più di tanto e piuttosto ammonisce all’impegno in quelle regioni del sud dove più forte il suo richiamo. “Faremo un tesseramento attraverso serate”, dice Mastella, che annuncia un congresso nazionale a data da destinarsi. E dopo Roma, a metà maggio, anticipa a Napoli un ulteriore incontro fondativo che il sindaco di Benevento inquadra come la roccaforte del suo piccolo partito. Partito che va a inserirsi in quel vasto progetto che è il Grande Centro, niente riedizioni di una DC che è materia da scienza politica ma occasione per restituire agli elettori, da tempo senza “casa politica”, un nuovo motivo per contare nel concerto dello scenario politico. Che è percorso irto di difficoltà. Cita i possibili compagni di viaggio che però assai poco parlano di lui e con Toti la recente avventura alle elezioni per la Città Metropolitana di Napoli non ha dato frutti sperati. L’alleanza politica resta, per ora, nell’ambito delle aspirazioni in un contesto assai liquido e denso di egoismi ma lui ci lavorerà con assoluto impegno. Ancorato al proporzionale con soglia di sbarramento al 5% e con le preferenze, confessa dal palco, che se dovesse essere la ratio della nuova legge elettorale gli potrebbe concedere spazi interessanti di manovra. Per il resto Mastella incarna la figura del padre nobile del partito, reincarna quella figura di conducador che se glielo avessero predetto sei anni fa avrebbe mandato quegli incauti e insolenti nel più dorato di quei paesi. Ma ora è diverso; in un contesto di nani egli spicca e la ormai veneranda età gli permette deragliamenti voluti che un tempo avrebbe dovuto tenere a bada.