La consigliera comunale di Civico 22, Giovanna Megna, ha depositato un’interrogazione rivolta all’assessora all’Istruzione e Servizi Scolastici, Maria Carmela Serluca e all’assessora alle Politiche Sociali, Carmen Coppola sul servizio mensa, questione che ancora lascia discutere. Ai rilievi mossi sin dall’avvio del servizio, il Sindaco aveva risposto con l’accusa di strumentalizzazione, ma i problemi sono reali e persistono, aggravandosi con il trascorrere dei mesi. Il servizio erogato dalla ditta “Siristora”, assegnataria già per il precedente triennio, presenta a tutt’oggi difformità rispetto alle modalità di somministrazione prevista dal progetto gestionale, così come numerose sono le lamentele sulla qualità e segnalazioni. Megna chiarisce i diversi punti: la non ottimale qualità del cibo sta portando sempre più spesso le famiglie ad optare per il pasto da casa. Del resto mentre era previsto espressamente che “i controlli saranno effettuati obbligatoriamente almeno con cadenza mensile da un’apposita commissione…”, detta commissione, istituita tra l’altro solo a dicembre 2021, ad oggi non ha mai effettuato alcun controllo. Neppure sono mai state fornite alla commissione stessa le fatture di acquisto o altra documentazione per attestare la tracciabilità, nonché controllare l’effettiva fornitura di derrate alimentari che per espressa previsione devono essere esclusivamente da “agricoltura biologica, prodotti DOP, IGP, da filiera corta, etc…”.
L’interrogazione evidenzia anche difformità e carenze sul servizio: già per le stoviglie, la gara prevedeva fornitura in vaschette termosaldate ed etichettate, l’offerta della ditta, invece, menziona un kit riutilizzabile con scodellamento in loco, ma ad oggi non abbiamo né l’uno né l’altro, né è sempre assicurato il c.d. plastic free (risulta, infatti, che stoviglie di plastica siano state alternate al materiale biodegradabile). Inoltre, con lo scodellamento in loco al posto del porzionamento in vaschette non è dato sapere come venga controllato il rispetto della grammatura. Ulteriormente grave è che a parecchi mesi dall’avvio non si riesca a garantire un tempo adeguato per il consumo dei pasti, spesso ritirati prima che i bambini abbiano terminato, per non parlare delle difficoltà di prenotazione dei pasti per personale docente e ATA.
Ultimo punto i costi: l’aumento da € 4,22 a € 5,44 per pasto è stato compensato dal Comune di Benevento con accesso al fondo di solidarietà alimentare, con uno sconto del 100% per ISEE fino a € 20.000 e del 70% per ISEE superiore, solo, però, per i bambini residenti, con evidente discriminazione per i non residenti. Ciò ha determinato il ricorso al pasto da casa, se non il trasferimento presso istituti di altri Comuni, oltre potenzialmente a disincentivare il tempo pieno. Neppure poi è dato sapere se detto fondo di solidarietà, copra tutta la durata del servizio o come invece verrà assicurato lo “sconto” nei prossimi anni scolastici, visto che è stata garantita in campagna elettorale la “mensa gratis”.
“Nell’attesa di risposte chiare e, si spera, celeri, sollecitiamo l’immediata attivazione dei controlli a campione da parte della commissione, oltre alle verifiche documentali sulla tracciabilità, conclude Giovanna Megna, visto che ormai siamo a fine anno scolastico”.