Se la matematica non è un’opinione, il sindaco Mastella ha pienamente ragione sul “magheggio” dei fondi PNRR per alcuni progetti finanziati per due volte. Il caso vede al centro diversi progetti finanziati in precedenza e poi reimpacchettati con fondi del PNRR che in realtà non si aggiungono alle somme già finanziate, ma le sostituiscono. Nello specifico Mastella mette in rilievo la vicenda della “Cittadella Giudiziaria” da realizzare a Benevento negli spazi della Caserma Pepicelli, per cui avrebbe inizialmente firmato un accordo con il Demanio per investimenti da 50 milioni di euro, ma dopo aver parlato con il Ministro della Giustizia Cartabia, apprende che in realtà lo stesso progetto sarà finanziato con un investimento di 15 milioni di euro dei fondi del PNRR. Ma i 15 milioni per Benevento, sotto il nome del Pnrr, non sono aggiuntivi ai 50 precedenti, anzi andranno a vantaggio del Demanio che li risparmia. Per farla semplice abbiamo i 50 milioni iniziali a cui sembrano aggingersi i 15 milioni del PNRR che in realtà si sottraggono e l’operazione matematica è elementare: 50-15= 35+15=50 si torna quindi alla cifra iniziale. E quello della caserma Pepicelli non è l’unico caso, ci sarebbe infatti un altro progetto, quello della Stazione Centrale di Benevento il cui investimento da 25 milioni di euro ha “cambiato nome” ed è diventato investimento PNRR. La vicenda ha turbato e non poco il sindaco che parla di “presa in giro”, e di come i ministeri non stiano onorando gli impegni per la ripresa del Sud, visto che molti dei finanziamenti non sono aggiuntivi, ma sostitutivi. Mastella chiede a questo punto di sapere con esattezza quali siano i reali investimenti del PNRR, anche per la trasparenza dei conti pubblici.Sulla questione incalza anche la senatrice Sandra Lonardo la quale afferma che nella città di Benevento, ma in quasi tutto il Sud, si assiste alla beffa dei progetti del Pnrr, che sostituiscono integralmente o in parte i fondi già stanziati in precedenza, e quindi non aggiungono niente. Assistiamo al fenomeno del “rimpacchettamento” che il Parlamento Europeo ha invitato a limitare perché in contrasto con la finalità di sviluppo che giustifica il next generation EU” conclude la Lonardo.