Monta il dibattito sulla diga di Campolattaro, opera monstre sulla quale si è puntato forte nell’ambito degli stanziamenti al Sannio dei denari del PNRR. Se siano vantaggiosi per il territorio i progetti messi in campo, se sia davvero strategica per il futuro del Sannio questa impostazione che vede concordi Regione e Provincia di Benevento. Al coro del dibattito si unisce anche il sindaco di Benevento Mastella che esprime le sue considerazioni a tal riguardo. A partire dalla effettivo sfruttamento dei milioni di metri cubi d’acqua a vantaggio del territorio sannita e nella più generale operazione di approvvigionamento idrico a scopo potabile. Qui Mastella fa due ragionamenti e chiude definitivamente il capitolo delle falde acquifere cittadine parlando dell’acquedotto Torano-Biferno a vantaggio della coittà di Benevento e dei comuni della Valle Telesina. “Il progetto, finanziato dal PNRR e dalla Regione Campania, interviene sul potenziamento di due direttrici di approvvigionamento”, dice Mastella. “Innanzitutto saranno completamente sostituiti 32,5 Km di condotta della diramazione campana dell’acquedotto Torano Biferno: l’attuale condotta DN 500 non è in grado di superare la portata di 250 l/s, insufficiente per i comuni della Valle Telesina e per la città di Benevento. Con la realizzazione del progetto, la condotta sarà sostituita con una tubazione DN 700, in grado di garantire una portata di 540 l/s che permetterà il soddisfacimento del fabbisogno, attuale e futuro, senza il ricorso all’utilizzo di falde cittadine. Inoltre, grazie al potenziamento di una seconda direttrice, le acque potabilizzate dell’invaso di Campolattaro saranno distribuite negli acquedotti provinciali attraverso un complesso sistema di collegamenti tra il nuovo potabilizzatore e gli schemi esistenti: tramite 55 km di nuove condotte, alcuni serbatoi e diversi impianti di sollevamento, un flusso da 500 l/s raggiungerà un bacino di utenza nel quale ricade oltre il 70% della popolazione provinciale”.
Secondo ragionamento, lo scopo irriguo. Il sindaco scommette sul fatto che “il progetto recepisce lo “Studio per la individuazione delle superfici irrigabili e dei fabbisogni irrigui nel comprensorio ricadente nella Provincia di Benevento”, redatto su incarico del Consorzio di Bonifica del Sannio Alifano, dal CRISP – Centro di Ricerca Interdipartimentale sulla “Earth Critical Zone” per il supporto alla Gestione del Paesaggio e dell’Agro-ambiente, Università degli Studi di Napoli Federico II, negli anni 2020 e 2021. L’obiettivo è l’immediato utilizzo delle acque nelle aree attrezzate del comprensorio, con rilevanti economie gestionali per un’area vasta le cui superfici irrigabili totali sono pari a 18.262 ettari,ricadenti in massima parte nella Provincia di Benevento e solo marginalmente in quella di Avellino. Si tratta di un intervento senza eguali in termini di strategia e d’investimenti (oltre 500 mln di euro), per il quale va riconosciuto l’eccezionale impegno della Regione Campania”, che sul commissariamento imposto dal Governo ancora tace (ndr), “in termini di programmazione e di progettazione, che andrà completato con il coinvolgimento del territorio e l’ulteriore estensione delle opere sulla restante area interessata, come già previsto dal progetto”. Mastella assicura che il dialogo con la Regione “proseguirà per promuovere le attività di confronto necessarie al completamento degli investimenti” e si augura che “un’opera tanto importante, la più costosa della storia del Sannio, possa essere accompagnata da un dibattito consapevole e non strumentale, supportato dal sostegno e dalla condivisione delle forze produttive e dei cittadini”. Consapevole e non strumentale, dice Mastella e le orecchie fischiano al leader della Coldiretti Masiello che di dubbi e perplessità ne ha espressi parecchi, non ultimo nella nostra trasmissione Rosso e Nero, e per la verità non soltanto a lui. Ma è prezioso che si instauri un dibattito “consapevole”, come dice Mastella, che però nelle sue argomentazioni non fa riferimento, per esempio, ai depuratori, essenziali per evitare che le fogne delle zone circostanti l’invaso sversino direttamente in quelle acque.