Si apre la settimana della elezione dei componenti il CdA dell’Ato rifiuti, un consiglio d’amministrazione che sarà completamente composto da elementi di matrice mastelliana. Appuntamento mercoledi a Palazzo Paolo V dalle 9 alle 19 per conoscere i dodici che verranno eletti dai soli sindaci. Un epilogo che arriva dopo il naufragio della lista unica con i Dem che Noi di Centro avrebbe voluto suggellare con un documento politico ma che il PD non ha ritenuto di dovere accogliere per evitare di dover poi legittimare un accordo con Mastella che avrebbe avuto ripercussioni anche in altri ambiti. Già da alcuni settori della minoranza a Palazzo Mosti erano arrivati segnali di preoccupazione verso una soluzione del genere, motivo per il quale la parte più decariana del partito, che è quella che ha ancora in mano il PD sannita, ha virato verso la strada della intransigenza. Intransigenza non condivisa da tutti. Mino Mortaruolo, era ed è dell’avviso che i sindaci, quei pochi rimasti al PD, avrebbero potuto e dovuto fare di più per difendere prerogative innanzitutto di natura territoriale ed anche per il grosso contributo dato alla passata consiliatura. Mastella, quindi, asso pigliatutto. Avrà un CdA monocolore, e questo dovrebbe mettere al riparo, ma il condizionale è sempre d’obbligo, da frizioni interne. Si potrà mettere mano a quel piano d’ambito o industriale che dir si voglia, necessario all’Ato per entrare definitivamente in possesso di quelle prerogative che lo dovranno portare ad assumere l’intera gestione del ciclo integrato dei rifiuti. Sempre che il piano industriale sia compatibile con gli accordi intercorsi tra Provincia e Regione. Romito, il direttore generale, espresse qualche perplessità. Il rischio più grosso è che la questione si trascini per altro tempo ancora premesso che qualche novità in tal senso la potremmo intravedere in primavera inoltrata, nella più rosea delle aspettative.