Azione è ora un partito e vuole incarnare il terzo polo del riformismo e della cultura di governo: dobbiamo costruire un’alternativa possibile al populismo e al sovranismo”. Lo ha detto Carlo Calenda nominato per acclamazione segretario nazionale dai delegati del primo Congresso del partito. Calenda torna a liquidare, lo aveva già fatto entrando anche nell’ennesimo contrasto con Mastella, il grande centro che a suo avviso non esiste ma esiste invece “un’area pragmatica che contiene le grandi famiglie politiche europee”. Calenda infiamma il congresso. “Porto questo partito al 20% e poi ve lo lascio”, è il campo che ci ha portato al 20% a Roma, il campo dell’audacia, del combattimento per ogni voto, per ogni tessera”. Calenda apre al PD, a patto che rompa coi 5 Stelle, così come a Forza Italia, sempre che si allontani da sovranismi e populismi, e a Renzi addirittura definito “il migliore presidente dai tempi di De Gasperi”. Tutti nel “campo tosto” piuttosto che largo, dice Calenda perchè “oggi nasce il terzo polo del riformismo e della cultura di governo”.
Presente a Roma, ovviamente, anche il segretario provinciale di Benevento Vizzi Sguera. “Ho rivisto la bella politica, al lavoro per costruire il partito nel Sannio”, dice Vizzi. “L’obiettivo è costruire per gli italiani un partito con idee e valori, capace di dare nuova forza alle culture politiche di riferimento, il liberalismo solidale di Einaudi, quello sociale del Partito d’Azione, il popolarismo di Sturzo, e di restituire centralità ai diritti delle persone e alle tematiche del lavoro, dello sviluppo e della giustizia. Serviranno coraggio e radicalità per interpretare al meglio i cambiamenti e le trasformazioni dei prossimi anni”. Sguera è a lavoro per costruire il partito nel Sannio. “Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi anche nel Sannio intensificheremo il nostro sforzo organizzativo. ‘Azione’ deve essere la casa di quanti hanno a cuore gli interessi del nostro territorio e hanno voglia di spendere le proprie capacità a servizio di un progetto comune e collettivo. Partiremo dai molti amministratori locali in cerca di un riferimento partitico che premi partecipazione e meriti e da tutte quelle energie oggi lontane dall’impegno politico diretto ma stanche di restare in panchina. Ecco perché fermo restando la volontà di dialogare con tutte quelle forze politiche che non confliggono con i nostri valori e la nostra cultura, il primo alleato di ‘Azione’, oggi, è rappresentato dal 50% degli italiani che costantemente alle elezioni scelgono la via dell’astensione”.