Sui pini interviene l’assessore Rosa in seguito alle preoccupazioni del professor Colombo e alle dichiarazioni dell’opposizione.
“Nella vita, come noto, faccio il medico: svolgere questa professione mi ha portato per forza di cose a tenermi quanto più lontano possibile dal dogmatismo, dal “dottrinale”. Di qualsiasi parte siano le tesi alla base del dogma, per intenderci. Una diagnosi mira a far emergere ciò che c’è, non ciò che si vorrebbe ci fosse: molto semplicemente. Per contro, alla vicenda “pini” si sta dando un taglio “dogmatico” che vuole il bene tutto unito a difesa degli alberi e il male, col volto dell’amministrazione, raffigurato coi tratti cupi e drammatici di Gustave Dorè a scatenare sui poveri pini la sua insana furia devastatrice. L’ho detto, ribadito e continuo a ribadirlo: è una narrazione lontana dalla realtà…che però, mi rendo conto, fa gioco ed è funzionale ad un determinato agire politico e per questo, solo per questo viene portata avanti. Che non mi svegli la mattina accarezzando il motosega, tenuto accanto in virtù di un rapporto simile a quello che il sergente Hartman sosteneva dovesse vigere tra marine e fucile in Full Metal Jacket l’ho già detto. Per cui a volte viene da strabuzzare gli occhi di fronte a cose che si leggono sulla vicenda. Ad esempio il professor Colombo che dice che l’amministrazione vorrebbe tagliare 26 piante mentre se ne dovrebbero tagliare solo 16…Lo stesso tecnico che ha firmato una perizia, che è agli atti, che inseriva in categoria D, cioè come piante irreparabilmente danneggiate e dunque da tagliare 23 piante più una che è stata già tagliata (la numero 81, su indicazione della struttura comunale e con la supervisione dei carabinieri forestali). Le 16 piante di cui si parla, come emerge anche dal confronto avuto col dottor Cardiello, sono quelle condivise tra entrambe le perizie. Per gli altri pini, dove vi era una differente valutazione della condizione di pericolo, l’Amministrazione Comunale ha inteso di procedere con una ulteriore disamina. Di qui le 26 piante poste in categoria D. In definitiva : avere piante riconosciute in zona d da tecnici, e non a chiacchiere, significa avere un rischio in città, per i cittadini, perché le perizie e non io dicono che quella pianta può cadere e far male qualcuno, e per chi come il sindaco ha responsabilità vere, penali, e non a chiacchiere, nel caso si verificasse un’eventualità del genere. Si parla poi dell’infestazione da cocciniglia e del disinteresse dell’amministrazione: nel primo caso potrebbe essere vero, senz’altro vero è invece che se ci si prendesse la briga di appurarlo si scoprirebbe che il dirigente Perlingieri aveva già scritto al servizio fitosanitario regionale per chiedere la procedura da seguire, i prodotti da utilizzare sulle piante, se siano necessari eventuali sopralluoghi. Dunque, è evidente che non si possa parlare di lassismo e disinteresse dell’amministrazione visto che solo ed unicamente il servizio fitosanitario regionale può confermare o smentire la presenza del parassita e indicare le cure secondo le prescrizioni del Pan ( piano di azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari ). Di certo non si può utilizzare un’insetticida ad capocchiam.
Il confronto? E’ la base più solida del mio assessorato: ho incontrato associazioni, movimenti, attivisti, accogliendo volentieri suggerimenti, iniziative, proposte… prendendomi le mie responsabilità…perché penso sia chiaro che un modello in cui gli interlocutori dettano la linea e l’assessore si prende le responsabilità non sia nel novero delle cose possibili, perché sbagliato e dannoso per circa un miliardo di aspetti. Questi sono i fatti, mi rendo conto che non siano funzionali ad una narrazione che riprenderà esattamente con le stesse caratteristiche dopo queste precisazioni, ma a me tocca fare un altro mestiere. Quello di studiare le problematiche e trovare le soluzioni migliori per la città e per i suoi cittadini”. Così l’assessore all’Ambiente Alessandro Rosa.