L’equivoco che lunedi scorso ha rischiato di esacerbare i rapporti tra stampa e Palazzo Mosti. Il presidente del Consiglio comunale Parente si difende dall’accusa di incentivare le relazioni al ribasso tra Amminstrazione Mastella e organi di informazione, almeno taluni, e fa chiarezza di quanto accaduto e delle ragioni che lo hanno indotto prima a proibire la presenza di tre giornalisti e un operatore tv a Palazzo e poi a rivedere la decisione.
Il presidente del Consiglio comunale non ci sta a passare per Catone il Censore e d’altra parte i suoi primi atti da garante dell’assise comunale vanno sostanzialmente archiviati come assolutamente superpartes, almeno fino a lunedi scorso. La questione infuocata dello spegnimento dei microfoni al momento della replica dell’opposizione non è stata una pagina da ricordare col sassolino bianco, per fare infuriare Perifano a quel modo ce ne vuole, ma anche qui Parente si difende per poi parlare di nuove regole per armonizzare i lavori assembleari.
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