Gabriele Corona e la sua “seconda lettera” a Mastella. Il leader di AltraBeneventoèPossibile imputa al sindaco tutta una serie di accuse a partire dall’auto di servizio utilizzata per gli spostamenti di carattere personale “pagata dal Comune di Benevento” per quelle che Corona chiama “sceneggiate romane”. Poi la provocazione. “Si profila a suo carico il reato di Peculato, almeno lei annunci la solita querela per diffamazione”. Mastella aveva annunciato proprio ieri di non volere più replicare alle accuse dei suoi avversari definiti soistanzialmemgte dei carneadi sconosciuti ai cronisti della politica romana ed internazionale e quindi non meritevoli delle sue controaffermazioni. Corona lo sfida e lo incalza commentando assai acerbamente le parole del sindaco.
“Altra Benevento, i consiglieri di opposizione e numerosi cittadini continuano a segnalare le sue ridicole comparsate romane e i danni, anche di immagine, prodotti alla nostra città ma lei definisce “invidiose ed opache” queste critiche. Questa risposta conferma che lei è in preda ad un compulsiva ed irrefrenabile dipendenza da esposizione mediatica perché ritiene che la cosa più importante per un amministratore pubblico sia quella di apparire in televisione. E per raggiungere questo scopo si è trasferito a Roma per una settimana e si è fatto trattare da pagliaccio in diverse interviste. Sul nostro sito www.altrabeneventopossibile.it ne pubblichiamo dieci davvero significative.
Di certo non siamo invidiosi di tante figuracce e la nostra critica non è “opaca”, tutt’altro!
Con una lettera ufficiale, firmata e trasmessa con Posta Elettronica Certificata al suo indirizzo istituzionale, le abbiamo chiesto di pagare di tasca i costi per l’uso dell’auto di servizio e le trasferte degli autisti e del poliziotto di scorta. Lei ha casa a Roma, poteva trattenersi e girare in taxi, a sue spese, ed invece ha preteso che la Ford Mondeo pagata dal Comune di Benevento con autista dipendente pubblico e agente di polizia addetto alla sua tutela l’accompagnasse dal mattino a tarda sera tra i palazzi del potere, le strade e le piazze della capitale normalmente chiuse al traffico privato, i ristoranti e le redazioni di alcune televisioni. Questa sua attività di “opinionista politico” non si può certo giustificare come “impegno istituzionale del sindaco di Benevento”. Noi diciamo, chiaramente e senza opacità che sia lei pagare di tasca perché altrimenti si profila a suo carico il reato di Peculato. Di opaco in tutta questa storia c’è solo il suo comportamento e il suo rifiuto a dare spiegazioni. Almeno presenti la denuncia per diffamazione o per calunnia.