Febbraio il mese del congresso PD. La pandemia ha pesantemente, come è normale, influenzato i lavori preparatori dell’assise costringendo il commissario politico Borghi a spostarne la data proprio a febbraio. Ma che congresso sarà quello che attende i dem? Sarà una occasione di confronto e di proposta, come lo intende l’asse Mortaruolo-Antonella Pepe, capace di sviluppare il confronto e senza ricette precostituite, oppure sarà l’ennesima autrocelebrazione del notabilato decariano nella sua forma più pura che tuttavia possiede i numeri e la maggioranza? La domanda, ovviamente, presuppone una risposta non semplice. Ciò che si sa di certo è che la parte rappresentata da Essere Dem non vi prenderà parte. De Pierro non ha presentato domanda di iscrizione e veleggia verso il nuovo partito di Mastella, forse, ma è nei fatti mentre si sa che la richiesta di Del Vecchio, di Insogna, di Lamparelli e pure di Lepore è stata rigettata al mittente. Da Roma il veto è assoluto. Tornando a ciò che ci si augura possa essere il congresso, nelle varie declinazioni, da registrare le parole di Giovanni De Lorenzo, consigliere comunale dem che parla di occasione di utile confronto in un partito in fase di cambiamento.
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