“Rifare la Dc? La Dc è irripetibile, la sua storia, il suo modo di essere. Io voglio fare una cosa diversa: aggregare a partire da me un’area di centro, che esiste”. Mastella si presenta così dal proscenio del Brancaccio, il teatro che fu di Petrolini e di Anna Magnani, di Totò e della grande epopea della rivista. Oggi è stato invece il vettore della nuova creatura politica di Clemente Mastella, Noi di Centro, che come detto nell’incipit il sindaco di Benevento provvede a definire come nulla di riferibile alla Balena Bianca e non ve ne sarebbero i presupposti ma intravvede e non soltanto lui, per amore della verità, un bacino di Centro, un’area indelebile di elettorato che è in perenne ricerca d’autore e che ora potrebbe trovare una casa comune e di non piccole dimensioni. Lui c’è, con la sua allegra brigata beneventana e i sodali che in ogni tempo gli furono accanto; gli altri non si sa e il Centro o lo fa con il concorso di tutti quelli che vanno nella stessa direzione oppure il suo partito diventa la stampella per operazioni di piccolo cabotaggio, nel segno di quella “utilità marginale” che lo rese arbitro di stagioni politiche sempre riproponibili come quella attuale. E allora chiama a raccolta i possibili compagni di viaggio. Renzi? “Dipende, il mio invito è a tutti. La mia idea è quella di una Margherita 2.0: quelli che sono al centro devono mettersi assieme”. Su Calenda torna a fare parecchia ironia ma pure sarcasmo. “E’ un personaggio stravagante, un po’ tolemaico: pensa a se stesso, non so dove andrà, farà la fine dell’asino di Buridano (che davanti a due cumuli di fieno scelse di non scegliere e morì di fame; ndr). Poi mi soffre, perché tanti anni fa gli facevo raccomandazioni: lui ha detto di denunciarmi ma poi non l’ha fatto. Soffre questo complesso psicologico di inferiorità rispetto a me. Mi dispiace ma io vado avanti a prescindere da lui”. E allora Calenda? Ma anche no, tanto per riprendere una battuta dello stesso leader di Azione rivolta a Lui. E allora si mostra con Rosato, uomo di fiducia di Renzi e Quagliariello, politologo raffinato, berlusconiano fino a quando ebbe modo di esistere il Popolo delle Libertà, ai quali rivolge la riflessione se sia opportuno e lui ne è convinto, di costituire un’alleanza al centro “che è necessaria per il Paese”. A Renzi, che alla Leopolda non parve contemplarlo per questa nuova idea del Centro, Mastella si rivolge dal punto di vista anche personale. “Viste le mie vicende, capisco anche quelle di Renzi. Bisogna che la politica recuperi con la giustizia e viceversa. La magistratura ha il dovere di rispettare il mondo politico, non deve andare al di là”. Capitolo PD. Mastella continua ad avercela con Letta che quando venne a Benevento in campagna elettorale non ebbe il garbo di andarlo a salutare. “Voglio ricordare a Pd e Letta che dal 2006, quando c’era l’Udeur, il Pd non ha più vinto un’elezione politica. Perché è mancata l’alleanza tra Margherita e Ds. Oggi bisogna ricomporre questo. Noi siamo il centro come tale, sceglieremo quando sarà. Non ci faremo scegliere. Il Pd se insegue M5S non va da nessuna parte. Do un consiglio a Letta e gli altri: fate l’Ulivo”. Mastella va all’attacco proprio del Movimento. “I 5 Stelle hanno recuperato la dignità del 2×1000… Fico arrivava con il pullman, ora arriva con 10 pullman con la scorta. Era solo eccentricità la loro, teatralità. La teatralità di Grillo che proprio qui si esibiva. Questo partito volevo chiamarlo ‘Meglio noi’, meglio noi che quelli di oggi. Uno vale uno? Uno vale zero, vedendo questo vasto magma del mondo 5 Stelle”. In ultimo la elezione del Capo dello Stato. Scarta l’ipotesi Draghi. “Ho grande stima di Draghi ma un Paese che si consegna ogni volta a un Cincinnato rappresenta la fine della politica… Dobbiamo ripristinare la politica come tale” e mostra di essere aperto a tutte le soluzioni a patto che si facciano i conti con lui e col manipolo di senatori e deputati di cui potrebbe disporre. I canali aperti e mai interrotti con Forza Italia lo autorizzano a contemplare anche un appoggio al leader azzurro. “L’unica cosa che posso dire è che Berlusconi deve stare attento. Questi colloqui Meloni-Letta la dicono lunga, perché questi vogliono portare Draghi a tutti i costi, dopodiché si rischia di andare al voto. Però non so se hanno fatto i conti col Parlamento”. Poi il consiglio “colorito”. “Berlusconi stai attento, la Meloni e qualche altro vogliono fotterti…”. Ipse dixit e buena suerte.