Uno dei passaggi fondamentali di questa fase elettorale è la catastrofe del centrodestra. Rosetta De Stasio sprofondata al 5% è la cartina di tornasole di un disastro annunciato che ha le sue radici, quanto meno da noi, nell’ultimo anno e mezzo di incomprensioni fra i tre maggiori partiti, uno dei quali, sotto false spoglie, se ne è andato con Mastella ricavando dattero per fico. Una compagine annientata dalle responsabilità della sua classe dirigente, locale e non solo, e dalla incessante opera di destrutturazione di un Mastella sabotatore dei fronti altrui, ma questa è una peculiarità ceppalonica. Va da se che il grosso di quell’elettorato se lo è intestato il sindaco e che in tutto questo nulla si può addebbitare a Rosetta De Stasio che, con profondo spirito di servizio e ineguagliabile dignità, ha cercatro di salvare il salvabile. Qualcuno potrebbe rimproverarla di non avere respinmto al mittente gli appelli accorati di Grant e delle civiche e non avrebbe tutti i torti. Ritenere degna di ignavia la posizione della Lega di non figurare e lo sfilacciamento dei Fratelli locali diffidenti l’un l’altro non è poi cosa così errata. Federico Paolucci, cui si deve riconoscere la presenza di spirito di intervenire a Rosso e Nero a disastro in corso, cerca di articolare la sua analisi della disfatta.
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