Il ramoscello d’ulivo, che in altre circostanze induce alla pace, in questo caso è fonte di schermaglie quasi belliche. “Quel ramoscello non s’ha da fare” tuonano i De Caro Boys e la commissione elettorale accoglie il loro ricorso costringendo i dissidenti a toglierlo dal loro simbolo in campo verde. “Una vittoria di Pirro” dicono Del Vecchio e sodali, rievocando l’eacide re dell’epiro, ostinato antagonista dei Romani nel terzo secolo avanti Cristo. Mo, per non farla troppo aulica, qui si tratta del PD nostrano che però compone una lista a parere di molti interessante e che comprende la Zollo Zagarese e i consensi del di lei consorte medico che non sono spiccioli tanto è vero che Mastella si era subito fiondato sulla vicenda ritenendo la signora ineleggibile benchè candidabile. Se ne parlerà in caso di elezione e con un clima ovviamente diverso. Così come è interessante andare a scoprire i circa 153, calcolo del Sannio Quotidiano, dei cosiddetti “foreign fighters”, gente presa da altri bacini elettorali e messa li a riempire i buchi di formazione. Mastella ne vanta in numero considerevole, e d’altra parte ha da irrobustire dieci liste, ma anche gli altri ne hanno fatto ricorso. Saranno le urne a fare giuistizia. A destra, nel giorno dell’arrivo in sordina del ministro Giorgetti ad Airola, cosa ignota a molti ma non all’accolita confindustriale, Luigi Bocchino, il maggiore sponsor della candidatura della De Stasio così ribatte ai suoi detrattori interni.
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