Riceviamo e pubblichiamo nota stampa di Rosetta De Stasio:
“La rassegna di Città Spettacolo era nata con una missione precisa ed un obiettivo ambizioso: fare della nostra città il luogo in cui presentare il meglio delle novità teatrali nazionali ed internazionali.
Nel tempo, subendo l’influenza dei diversi Direttori Artistici, la rassegna si è aperta agli altri linguaggi artistici, ma mantenendo sempre un profilo di qualità.
Oggi purtroppo “Città Spettacolo” è diventata sostanzialmente un contenitore di proposte televisive e musicali che punta alla quantità delle presenze ma che di originale non ha più assolutamente nulla.
Gli spettacoli che arrivano fanno parte di Tour gia preconfezionati e si capirà bene la differenza che c’è, ad esempio, tra un Battiato a cui viene chiesto uno spettacolo ad hoc per la Rassegna e uno dei cantanti proposti quest’anno che girano tutta Italia, spesso esibendosi in playback, con la pretesa di compensi stratosferici.
Città Spettacolo era anche diventata trainante per tutta una serie di laboratori legati ai mestieri dello spettacolo e dunque fonte di formazione ed occupazione (cosa che non guasta mai)
Per evitare influenze negative derivanti dall’andamento politico o dalle smanie degli amministratori di turno era stata ideata la Fondazione Città Spettacolo il cui CDA all’epoca era formato da professionisti di fama.
Successivamente è stata svilita anche questa, con la scelta dei soliti “amici”. I fondi della Cassa Depositi e Prestiti, vincolati a tale particolare tipo di spesa pubblica, sono stati destinati ad altro (es. luminarie natalizie), probabilmente in modo non del tutto trasparente
Ricostituire la Fondazione, nel senso di riaffidarla a persone competenti, potrebbe essere fondamentale per restituire alla città una rassegna che la rendeva protagonista a livello nazionale nel campo teatrale e culturale in genere. Invece negli ultimi anni sono stati esclusi, per motivi di carattere personale/clientelare che nulla hanno a che vedere con la competenza, professionisti della città che pure avevano profonda conoscenza del teatro e di tutto ciò che lo rende unico e affascinante.
Benevento era la “città dei teatri”; oggi, a causa della totale carenza di una programmazione seria, oltre che di una volontà tesa al recupero di questo importante ruolo culturale, la maggior parte dei teatri risulta chiusa, così come risultano abbandonati anche i meravigliosi spazi all’aperto (Hortus Conclusus, Arco del Sacramento, Calata Olivella).
I “grandi concerti” oggi ospitati dalla città, o meglio da una parte di essa, potrebbero essere concepiti e programmati come eventi a sé, ma non come unica “attrazione” di una rassegna che ormai conserva solo il nome.
E preciso dovere di chi andrà ad amministrare, restituire a Benevento il ruolo di capoluogo meridionale della cultura e del teatro, perché possa, attraverso il recupero della sua tradizione, diventare una città a dimensione di futuro!”