Da un po di giorni si fa un gran parlare di un ritorno di Lucio Lonardo tra le grazie di Mastella. Ora, considerate le molteplici affermazioni del medico sarebbe da trattare queste voci come farneticazioni, boutade da calura estiva, o come disse Del Mese a proposito del suo incontro con Mastella “l’alcool fa male alla salute”, alludendo a chi si era messo di buzzo buono e con il bicchiere in mano a mettere in giro simili dicerie. Poi la faccenda è andata come sappiamo e allora qualche dubbio sulla lucidità offuscata dei fumi dell’alcool è inevitabilmente arrivato.
Qui però la faccenda è un pochino più complessa. Lonardo non ha mai escluso il suo interesse per un ritorno in gioco in grande stile, tanto è vero che non ha mai detto di no alle profferte di Forza Italia diventando anche il pomo della discordia del centrodestra. Egli, si sa, è portatore di larghi consensi, la sua presenza in uno degli schieramenti contribuirebbe a determinare le fortune di chi lo associa a se e inevitabilmente la rottura di zebedei di chi se lo ritroverebbe accanto più come un competitor che come un alleato. Inevitabile che Mastella ci abbia pensato e forse ci pensi ancora. Ci pensa da un mesetto circa e non essendo il tipo che prende cappello per chi lo vitupera spende tutte le sue energie per condurre a se le anime retrive se quelle gli possono regalare l’irrinunciabile vittoria al primo turno. E il Ceppalonico lo ha fatto anche con il parente e ci sarebbe pure riuscito se non fosse subentrata la famosa nota su Asia con la quale qualche manina furtiva ha finito per mandare in vacca la festa. Nel bel mezzo dello sforzo finale per convincere Lonardo che ti succede? Arriva una nota delegittimante l’operato di Lonardo alla guida di Asia nei confronti della quale Mastella altro non riesce a fare che dare l’intera responsabilità all’addetto stampa della partecipata. Ma ve lo immaginate voi un povero addetto stampa che di punto in bianco prende decisioni politiche? Io no ma Mastella si. E allora quello che poteva essere un clamoroso ritorno a Canossa si è invece trasformato in un naufragio delle trattative. E si, perchè Lonardo si è seccato e parecchio, anche davanti alle risibili affermazioni del sindaco che Lonardo stesso ha riportato nel suo comunicato del giorno 8 arrivando a paventare che “qualche suo accolito non ha il coraggio di firmarsi, probabilmente in vista degli inevitabili risvolti legali” e diremmo noi anche politici. Fuor di metafora: chi circonda Mastella, tutti avversari di nemmeno 5 anni fa, di Lonardo non vogliono nemmeno sentir parlare ma non perchè danneggerebbe “l’immancabile vittoria”, anzi, ma perchè darebbe un gran fastidio a loro che delle sorti del loro Campione se ne fottono privilegiando le proprie. Non è proprio un mistero che in parecchi caldeggino il voto disgiunto, che è arma temibile, perchè hanno capito che al di la di Mastella, che coltiva i suoi interessi futuri, conta posizionarsi bene nella prossima assise e in vista di nuove elezioni in tempi brevi e magari mercanteggiare, se sconfitti, un voto favorevole o contrario. Se si vince, tenere per le palle il sindaco e condizionarlo a piacimento. Uno come Lonardo in squadra non è tra le cose più favorevoli che si possono immaginare per il solo fatto che potrebbe prendere spazio e diventare troppo ingombrante. Il nostro lo sa molto bene ma potrebbe essere tentato, benchè abbia dato la sua parola che con Mastella non andrà mai, e la parola è sacra, di accettare le avances del parente per scopi che non ci è dato conoscere e manco ci piace di sapere. Nella repubblica beneventana della pasta e fagioli è possibile tutto e il contrario di tutto, la quotidianità ce lo dimostra “fere cotidie”, per cui nulla ci affrange o ci sconcerta. Mastella deve vincere e fa quello che è più sensato che faccia: imbarca tutti, ma proprio tutti, promette, assicura, “nciarma” da fondo a tutto il suo armamentario. Dieci liste e 300 candidati, un esercito come quello delle Termopili, e non è un viatico di buon auspicio, sebbene Mastella-Leonida catechizzi gli opliti a dare il massimo per la causa. Tornando a Lonardo: la sua decisione è attesa con trepidazione dagli ascari del Ceppalonico. Perifano è in agguato per attirarlo a se e allora a Mastella non resta altro che la pubblica abiura circa i fatti dell’8 agosto. Ma quelli, gli ascari, glielo sconsiglieranno.