Niente da fare, la situazione nel centrodestra è sempre più avvinghiata su se stessa. Nemmeno la riunione di oggi a Napoli ha sciolto le riserve. Sembrava ad un passo la soluzione di questa sciarada, con la designazione della Rosetta a Benevento e di Zinzi a Caserta ma a quanto pare toccherà al tavolo di domani a Roma decidere una volta per tutte quale sarà il destino del centrodestra a Benevento. A questo punto ogni decisione appare possibile compreso un repentino cambio di scena e l’avvento di un nome che possa essere valido per tutti. Soluzione poco probabile. Fino a domani resta ciò che avanzò lo stesso Cirielli e che il candidato sia espressione del civismo per aggirare le lotte politiche e le contrapposizioni. E allora domani Rosetta De Stasio potrebbe essere la candidata o potrebbe non esserlo più e ne avrebbe tutte le ragioni, personali e politiche. Finire nel tritacarne non è nelle sue prerogative e lo ha detto in modo assai chiaro per cui o dentro o fuori, il tempo appare scaduto. Forza Italia non molla. Antonio Reale rilancia ancora una volta Lucio Lonardo che non è tipo da educandato britannico e potrebbe anche imboccare la strada dell’invettiva più marcata per tirarsi fuori da ogni “bagattella” di manzoniana memoria. Ma i forzitalioti “de noantri” non mollano come non mollano i Fratelli d’Italia che in tutto questo continuano ad essere solidali con la De Stasio ma non esprimono alcun ottimismo per la riunione di domani a Roma. La loro impressione è che la chiusura di questa vicenda non sarà a breve termine e la cosa sconcerta visto che abbiamo superato la metà di luglio. Ma tutto è liquido e ciò che vale oggi non per forza lo sarà domani, ma resta di fondo la partita ancora aperta su piazze importanti e popolose, vedi Salerno, e il fatto che Forza Italia, partito oggettivamente più debole della coalizione, si stia giocando la partita con le unghie e coi denti e sfrutti il momento per strappare quanto più è possibile brandendo l’arma della disgregazione dell’unità. Che a questo punto della storia non si sa quanto interessi ad un elettorato che assiste alla scena con sempre crescente disinteresse.