“Con tutti i partiti contro è senza dubbio un risultato clamoroso”. Clemente Mastella così commenta il 60% di gradimento che gli attribuisce il Sole 24 Ore nella speciale classifica dei sindaci, un risultato straordinario che però lui stesso soppesa “cum grano salis”. Questa volta il sindaco non tira dritto alle domande dei cronisti ma si ferma, argomenta, insomma si lascia tentare da una sensazione di benessere che forse non provava da settimane. La gente dimostra di apprezzarmi, dice a bocca socchiusa, e i partiti che oggettivamente gli stanno tutti contro ad eccezione del suo, che un vero partito non è, sembrano annaspare. E si, perchè basta vedere ciò che accade nel centrodestra per rendersene conto oppure la vacuità del Movimento 5 Stelle, disarticolato sul territorio e appeso alle disfide Grillo-Conte per capire cose ne sarà di se; e il PD che di tutti è il più organizzato ma ha preferito tirarsi indietro nella corsa alla candidatura finendo per arruolare Perifano, con la benedizione coatta di De Caro, che da 5 anni non ha più la tessera di partito, perchè non aveva personalità da proporre in prima persona. Non sembri un panegirico a Mastella ne un peana, da queste tribune rasenterebbe il ridicolo, ma se davvero fossero rispondenti a realtà i numeri confindustriali, ebbè, non vi sarebbe trippa per gatti: sei beneventani su dieci risceglierebbero lui e ciò la dice lunga su quanto valga amministrare, male, una città per essere rieletti a furor di popolo. Mastella, in talune condizioni, “nun se batte” e dimostra che trasformare il Palazzo in un comitato elettorale permanente, dimettersi e poi ripensarci senza spiegare nulla a nessuno, dare numeri “ad capocchiam” sul dissesto e scegliere di sottrarsi al confronto e anche a rispondere a semplici domande alla fine paga e anzi rende pure più credibili. Sarà anche fiaccato da qualche acciacco ma conserva la traccia del cannibale, non c’è dubbio. Sa anche incassare. Sull’housing sociale nemmeno una parola e il povero Iadiccco mandato al massacro a difendere il fortino. Certo la botta è stata forte così come è forte la situazione del bando periferie, i due core business che rischiano di fare flop, dove pare che Lumode abbia presentato, ma nessuno ne sa molto tranne forse Perlingieri, il nuovo progetto finanziario. Sondaggi a parte, è su queste due cose che Mastella rischia di più. Ma oggi è stato in sollucchero. De Luca è venuto a rinnovargli sostegno, ma con cautela, ha addirittura detto di non sapere nulla del decreto dirigenziale che si riappropriava dei 12 mln di euro dell’housing, ha lasciato le “iacovelle” al mero esercizio ludico della stampa locale con la sua solita verve, questa volta doverosamente contenuta. E con De Luca tutti quelli che ha sottratto al PD decariano: De Pierro, tornato affabulatorio, Del Vecchio e Lepore e tutti gli altri “deluchiani” di vecchia e nuova data che mercoledi saranno a Napoli per mettersi a disposizione della causa il che significa pancia a terra e lista da formare. Questa volta si fa sul serio e non sono ammesse remore di sorta: la lista è per Mastella in nome del Metodo, l’unica cosa che De Luca riconosce, al di la delle iacovelle. Una lista forte capace di raffreddare i bollori di chi ritiene di farne una pro domo sua, storie di confronti interni che più degli avversari inquietano il Ceppalonico. I sondaggi gli piacciono e guarda caso arrivano con il presidente Bonomi. Sarà una combinazione ma Lui incassa e si prepara alla lunga e silente estate calda.