breaking news

Housing, Civica: un grande spot che cela l’attacco all’edilizia residenziale

Housing, Civica: un grande spot che cela l’attacco all’edilizia residenziale

5 Luglio 2021 | by Enzo Colarusso
Housing, Civica: un grande spot che cela l’attacco all’edilizia residenziale
Politica
0
“Sarebbe interessante affrontare le questioni al di là delle polemiche strumentali da campagna elettorale e provare a fornire strumenti e risposte concrete ai cittadini entrando nel merito delle stesse. La revoca del finanziamento per la costruzione di 160 alloggi di “housing sociale” in zona Capodimonte è avvenuta durante l’amministrazione Mastella, ad un anno di distanza dal tentativo della stessa di dirottare quel fondo in un’operazione da 310 milioni di euro finalizzata apparentemente al miglioramento energetico del patrimonio residenziale pubblico della città ma in realtà destinata alla dismissione dello stesso. La Stat di Napoli infatti ha per diverso tempo contrattato con il Comune di Benevento, attraverso lo strumento del “dialogo competitivo”,  un piano di “efficientemento energetico ed antisismico” del patrimonio abitativo pubblico di Via Nuzzolo e Santa Maria degli Angeli e di alcune scuole comunali che prevedeva stranamente l’abbattimento e poi la ricostruzione dello stesso.  Con il finanziamento in questione si sarebbero costruiti gli alloggi di housing sociale in zona Capodimonte che però secondo le intenzioni della Stat e anche del Comune di Benevento avrebbero “ospitato” , nella fase temporanea di costruzione delle nuove abitazioni, le famiglie legittime assegnatarie delle case di Via Nuzzolo e Santa Maria degli Angeli. L’operazione da 310 milioni di euro si sarebbe conclusa con un grande piano di dismissione delle case popolari che sarebbero state vendute ai precedenti assegnatari ERP,  oltre all’acquisizione dei nuovi alloggi di zona Capodimonte sempre da vendere poi a prezzi “calmierati” ovvero applicando i canoni dell’edilizia privata e non di quella pubblica.  Fortunatamente l’operazione della Stat e del Comune di Benevento è stata portata allo scoperto ed è stata sventata. Un’operazione che consisteva nell’utilizzare fondi pubblici destinati all’edilizia sociale per abbattere e poi costruire nuove case da vendere e non affittare in regime di case popolari.
La cosa grave è stato il tentativo di manipolare fondi destinati all’edilizia agevolata che è l’unica categoria ancora prevista dalla legge nazionale in una grande operazione a favore di privati. Dopo aver fatto un buco nell’acqua in relazione all’operazione Stat, a distanza di un anno, il finanziamento è stato revocato.  La vera questione da porsi però a questo punto è se l’housing sociale è una misura davvero a sostegno delle famose zone grigie ovvero le persone e le famiglie troppo ricche per accedere ad una casa popolare e troppo povere per comprare una  casa a prezzo di mercato o se la stessa presta il fianco, per  come è concepita, ad azioni speculative. L’housing sociale, che mi preme sottolineare non corrisponde ad interventi di case popolari, altro non si traduce che in un piano di costruzione di alloggi di edilizia pubblica da mettere in vendita, facendo riferimento ai requisiti dell’edilizia agevolata per i redditi, applicando però canoni calcolati in base alla legge sull’edilizia privata (L. 431/98) che all’art. 1 comma 2 lettera b recita: le disposizioni della presente legge non si applicano “agli alloggi di edilizia residenziale pubblica, ai quali si applica la relativa normativa vigente, statale e regionale”. L’Housing sociale non è stato altro che un semplice spot anche in questa città, una goccia nel mare, e non un serio piano che abbia affrontato il problema abitativo che riguarda decine di centinaia di famiglie, quel cosiddetto ceto medio colpito dalla crisi. Dietro questo grande spot si nasconde l’ulteriore attacco all’edilizia residenziale pubblica, alle sue leggi, si continua a parlare di housing sociale quando non esiste in Italia una legge che stabilisce cosa sia, esiste invece una norma di legge sull’edilizia agevolata, che puntualmente viene disattesa la quale definisce con chiarezza le modalità di applicazione di canoni sociali e di prezzi di cessione degli alloggi. Chi ha l’onere di gestire il patrimonio pubblico dovrebbe rileggersi le leggi, puntualmente disattese, che in Italia rappresentano un fanale che si perde nel buio di chi vorrebbe sempre proporci la ricetta del privato. Queste leggi sono la 167/1962, la 865/1971, la 457/1978, la 179/1992, la 560/93 e sono tutt’ora in vigore, gerarchicamente superiori ai vari decreti legge emanati alla bisogna da qualche ministro di governi agli ordini di qualche lobby di passaggio. Se si avesse l’intenzione reale di sostenere le esigenze abitative di tanti cittadini beneventani bisognerebbe impegnarsi nel recepire i fondi per costruire case popolari per le famiglie con maggiori difficoltà economiche. Ci sono 250 famiglie che hanno fatto richiesta di assegnazione di una casa popolare, ciò vuol dire che le maggiori esigenze abitative in città riguardano le fasce a basso reddito. Per le famiglie  che invece non detengono tali requisiti è necessario riacquisire il patrimonio sfitto assoggettandolo ai principi dell’edilizia agevolata, tutelando gli inquilini e attivando anche mutui agevolati, come prevedono le norme esistenti”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *