La questione della validità dell’assemblea provinciale tiene banco nel convulso universo del PD sannita. Del Vecchio, De Piero e Insogna provano l’azione di forza e il cui ricorso, presentato a giugno, potrebbe trovare accoglimento a Roma. La Commissione regionale di Garanzia però ha fatto registrare un sorprendente 4 a 4 che secondo il presidente della commissionme stessa Starita potrebbe essere superato dal suo voto “doppio” in sede di accoglimento. Sorprende tuttavia, il risultato di parità il che segnala un sostanziale avvaloramento del correntone decariano che è assolutamente minoritario rispetto alla tendenza generale di stampo deluchiano ma in questa circostanaza non esce sconfitto in partenza. Ora, appare chiaro che i cavilli burocratici sono validi solo nell’ottica della contrapposizione politica tutta interna al PD sannita, del quale i “dissidenti” cercano la scalata a discapito della maggioranza. Se Roma accoglierà il ricorso cadrà anche la decisione di indire il congresso stabilito per il mese di luglio ma da Corso Garibaldi sono sicuri che in Direzione Nazionale i ricorrenti non avranno troppe chances e che la manovra è mirata ad obiettivi di pesi e contrappesi interni. In definitiva, la burocrazia come arma per prendere politicamente il fortino decariano. Che è pur sempre una strategia. Così come quelle dei candidati a sindaco. Perifano e Mastella si sfidano a colpi di new entry ma tra i deluchiani del Sannio ci si interroga se dar seguito a quei crismi del Metodo delle regionali, in soldoni se appoggiare Mastella oppure no. Tra questi c’è Francesco Nardone che esprime rammarico per il frazionamento del centrosinistra e si dice non propenso alla ipotesi di una sua candidatura diretta.