L’arrivo a Benevento del segretario regionale della Lega Valentino Grant. Con un po di ritardo sul ruolino di marcia, era atteso per le 18, il segretario scaturito dalla cura Molteni e che a Benevento ha ritenuto opportuno mettere fine alla esperienza di Luca Ricciardi, ha presenziato al gazebo lungo Corso Garibaldi allestito dai militanti del partito di Salvini e alla presenza di Pasquale Fiore, il segretario cittadino. Grant, un cognome da generale yenkee ma anche da presidente degli Stati Uniti, ha parlato di radicamento del territorio e del tesseramento che è prodromico alla stabilità del partito che ancora non c’è. Una fase di ristrutturazione che Grant dovrà completare con un organigramma definitivo. Grant si è anche pronunciato sulla contingenza politica. Che appare di difficile soluzione visto che i tre partiti sembrano attuare un dialogo tra sordi. Il programma non pare essere prioritario, il nome del candidato o della candidata si. Rosetta De Stasio oppure Federico Paolucci, oppure ancora quello balenato per qualche ora di Nazzareno Orlando e che lo stesso “aretuseo” ha provveduto a togliere dalla circolazione. “Non ci piacciono le imposizioni”, dice il coordinatore sannita di Fratelli d’Italia Matera, “per cui nessun nome ha più credenziali di un altro”.
Per Grant la soluzione del problema è questione di poco tempo. “La parola d’ordine “romana” è che l’unità è da ricercare in modo assoluto, dice, “per cui sono convinto che nelle prossime settimane si andrà alla convergenza per andare su di un unico candidato che possa dare una risposta alla città visto che la città di Benevento merita qualcosa di più della gestione attuale”. Grant “diplomatico”. Non si sbottona, non aggiunge nulla di nuovo al racconto di questi mesi, affida la conclusione della vicenda ad un intervento esterno dei vertici nazionali e qui ci dovrebbe essere l’appannaggio di Forza Italia quale forza politica di riferimento se non di area del “deus ex machina”.