Ricomincio da due, quasi parafrasando Massimo Troisi. Luigi Diego Perifano riparte all’assalto di Palazzo Mosti 26 anni dopo averci provato con Viespoli. L’alfiere di APB si presenta con profilo sobrio ed essenziale, va al cuore dei problemi che delinea con parole chiave come dialogo, innovazione, manutenzione, ambiente e ne articola le categorie lavoro, lotta alle emarginazioni, “glasnost” della macchina amministrativa rispetto al rischio della illegalità diffusa e riforma della stessa. “Gli obiettivi sono gli stessi, da qualsiasi angolazione si affrontino, diversa è la declinazione e la volontà di centrarli” dice alla stampa radunata all’Hotel Villa Traiano. E’ stata una conferenza stampa antica maniera e non si pensi ad una ovvietà. Perifano ha schivato un paio di siluri con atarassica padronanza di scena, non si è fatto risucchiare nella pur facile contumelia da campagna elettorale, ha citato Mastella in un solo passaggio, ha affrontato la questione delle risorse. “La consiliatura che ci attende, qualunque sia il sindaco che la governerà, dovrà sostenere il peso delle scelte determinanti” e cita recovery fund e programmazione 2021-2027. E tuttavia, Perifano è al centro di un processo politico e ne è pienamente consapevole. Il programma scritto con gli alleati ed anche, tiene a sottolineare, con Civico22, il PD il suo partner politico più forte e le folate che lo squassano. Se si senta costretto dai lunghi coltelli, da macchinazioni che lo potrebbero sovrastare collegate al ruolo politico di De Luca, Perifano non si scompone e la sua risposta è emblematica
Convitato di pietra il Movimento 5 che non era presente. La transizione non sarà breve e Perifano ne prende atto. La sua avventura comincia con le 15 sigle ma con una sommatoria di liste che definisce congrua e adeguata alla bisogna.