Una campagna elettorale spietata, cinica, senza esclusione di colpi. Saranno mesi di asprezza inarrivabile e di trame ai limiti del credibile, ai limiti della fantapolitica. Mastella non farà contraddittori, lo ha dichiarato, ma non si sente tranquillo lo stesso, checchè ne dica. Il patto di ferro con De Luca tiene ma nei confronti del Governatore, cui manca il PD beneventano per chiudere il cerchio, qualche diffidenza non manca. Da fine marzo il sindaco sta lavorando ad un escamotage clamoroso che ne denota l’estremo dinamismo sotto traccia: un tentativo reiterato di contatti con Forza Italia, a livello regionale ma soprattutto nazionale, per cercare di ricomporre i rapporti in funzione di un ritorno della sentarice Lonardo nei ranghi azzurri. L’effetto da noi potrebbe essere indurre i quadri locali di Forza Italia a sostenerlo con una lista che potrebbe emanciparlo da una pressione troppo forte dello stesso governatore che, nel tentativo di neutralizzare il PD decariano, spingerebbe per la causa di De Pierro e lo vorrebbe addirittura vicesindaco con aspirazioni sindacali se, in caso di vittoria di Mastella, il sindaco non dovesse arrivare a completare il percorso. Mastella non si fida, vorrebbe essere lui l’unico interlocutore dell’amico salernitano, e allora agirebbe in via indipendente. La cosa non ha sortito, per ora, alcun successo perchè le porte le avrebbe trovate ermeticamente chiuse ma il disegno sarebbe quello di sperare, alimentandola, nella confusione in cui regna il centrodestra e attendere l’inevitabile naufragio del tavolo faticosamente riunito da pochi giorni. Il classico “divide et impera” in cui il Ceppalonico è “maestro e donno”. Delirio? Fantapolitica? Nella congerie attuale tutto è smentibile in pochi giorni ma le strategie sono tutte in fase di mobilitazione. E nessuno può dirsi al riparo, men che mai il PD sannita, spaccato in quattro tronconi: decariani, la parte maggioritaria, i tre “deluchiani” De Pierro, Lepore e Del Vecchio, spinti da De Luca, la corrente del redivivo Fausto Pepe che guarda a Moretti e quella che fa capo a Perifano Sindaco. Uno stato di debolezza che farebbe molto comodo al Governatore nella sua operazione di opa sull’unico pezzo dem che manca al suo puzzle di potere e sbarazzarsi di De Caro. Tutto condito dalle dichiarazioni di Mosè a Ottopagine e che non sono piaciute affatto a Perifano che ha ordinato il serrate i ranghi: ogni cosa dovrà passare attraverso di lui pena reprimende “draconiane” fino alle estreme conseguenze. Sabbie mobili in cui è facile cadere e, cosa del tutto inedita, tra loro collegate.