Pasquale Fiore, Lucio Mucciacciaro, Silvio Falato, Enzo Lombardi e Cristian Tranfa. Valentino Grant potrebbe ripartire da loro per la rifondazione della Lega a Benevento dopo l’uscita di scena dell’apparato che faceva capo a Luca Ricciardi. Ufficialmente Ricciardi si è dimesso, nei fatti l’intervento diretto del nuovo segretario regionale ne ha sollecitato l’uscita di scena motivando, per quel che ne si sa, in una non ben definita inattività le ragioni di fondo di una decisione tanto grave. Che Ricciardi fosse un po troppo attendista è dato inconfutabile.
Il primo partito del centrodestra avrebbe avuto bisogno di maggiore dinamismo, magari anche di maggiore visibilità e forse più coraggio a venire allo scoperto e partecipare al dibattito pubblico che di certo non lesina argomenti e spunti di polemica. La Lega, quella a trazione “ricciardiana”, non è apparsa compos sui e ha finito per ritrovarsi anche in netta e chiara difficoltà nella gestione controversa delle faccende interne alla coalizione subendo troppo il peso specifico di Fratelli d’Italia. Il decisionismo, almeno con gli alleati, non ha prodotto granchè tanto che ora il centrodestra appare un’entità teorica priva di basi politiche e programmatiche. Tuttavia, il nuovo gruppo dirigente è chiamato a rinserrare i ranghi, a provare la via del dialogo, a tentare di dare nuova unità all’azione comune.
Proverà a costituire un fronte, quanto meno per esprimere una rappresentanza politica da fornire ad un elettorato che è folto ma che dinanzi ai balbettii sarebbe, ob torto collo, costretto a guardare altrove e si sa che le amministrative recano un tasso politico di preferenza di gran lunga più basso di ogni altro appuntamento elettorale. Per cui sarà interessante capire da dove partirà il nuovo gruppo dirigente, chi ne sarà il demiurgo, come verrà impostato il tentativo di dialogo con Fiamma e Forza Italia e se si ravviserà la volontà di tornare a parlarsi magari coinvolgendo anche i vertici nazionali dei tre rispettivi partiti.