Benevento|Perifano: chiarezza e comunanza di intenti per scendere in campo
Politica
Settimana pasquale interlocutoria in vista di ciò che presumibilmente accadrà subito dopo e cioè per il fronte alternativo a Mastella la scelta del candidato, sulla base di un programma che PD, 5Stelle, Civico22 e liste satellite stanno già approntando con i focus tematici. Prima i contenuti e poi il resto sembra essere questo l’itinerario seguito. E allora e solo allora, forse, Luigi Perifano farà sapere che cosa vorrà fare ed entrare ufficialmente nell’agone politico e mediatico diventando il “beneventanian candidate”. Quello che maggiormente fa paura a Mastella e non solo per le sue indubbie qualità. Come la Mazzoni ha un buon rapporto con De Luca che con buona pace del sindaco in carica nelle beghe sannite ha poca voglia di entrarci. Ma lui, Perifano, a fare la parte del piccione al tiro al bersaglio proprio non ci sta e in un comunicato esteso nel pomeriggio dice chiaro e tondo che la sua eventuale decisione di candidarsi passa necessariamente attraverso una normalizzazione delle contese interne alla coalizione. Si riferisce a Civico 22 e a Moretti ma anche settori del PD che vorrebbero allargare il ventaglio, vedi Fausto Pepe e Corona e Danilo De Luca. A costoro Perifano chiede chiarezza per un suo coinvolgimento che resta l’unico in grado, per carisma e autorevolezza, nella sfida a Mastella. “Molti credono che la contesa con Mastella sia un passeggiata solo perchè il sentimento popolare appare essere contro il sindaco in carica ma si commetterebbe un errore grosso di valutazione”, dice Perifano al di fuori della nota stampa diramata nel pomeriggio. “D’altra parte si ravvisa che, almeno allo stato, non c’è una coalizione che sappia proporre ai beneventani un’alternativa all’amministrazione in carica, la dice lunga sulle difficoltà a cambiare passo, ad abbracciare una mentalità nuova che fuoriesca dagli schemi tradizionali delle dispute nominalistiche”. Perifano rompe il silenzio e con compostezza richiama tutti alla massima che campeggia in aula consiliare, “concoredes in unum”. Sa bene che non potrà avere un seguito plebiscitario ma invoca la gasnost necessaria nella gravità di una svolta epocale per una città in ginocchio.
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