Mastella avverte il PD e ricorda che senza di lui i conti non si fanno per le politiche. Annovera le elezioni in cui è stato determinante per il centrosinistra, magari non nel 1996 quando era dalla parte del centrodestra e perse. Nel centrosinistra ci si ricopre tutti lettiani, ma quando Renzi suonò beffardo la campanella di Palazzo Chigi il Capataz ordinò il dietrofront e tutti, ma proprio tutti, obbedirono. Ora Umberto è oggettivamente isolato, a Roma e a Napoli, ma conoscendo il personaggio non se ne darà il tormento. Lui ha ancora numeri sufficienti per difendere il suo fortino, dettare le regole per la composizione delle liste prossime venture e forse concedersi un altro giro parlamentare con buona pace dei tagli. Gli altri, come il Paradiso, possono attendere. A destra non s’ode alcuno squillo di tromba, al massimo qualche cornetta isolata. Tra poche ore l’ennesimo vertice all’Hotel Traiano a cui nessuno crede. In queste ore è frenetico il carteggio per capire se addirittura c’è vera intenzione di parteciparvi, con Paolucci che scrive a Ricciardi, e tutti si affrettano a ribadire che l’unica cosa che conta è l’unità del centrodestra. In pochi o pochissimi ci credono per davvero. Fratelli d’Italia, per iniziativa del collese, sottolinea ancora una volta il valore della lealtà e del dialogo e si chiede se sia troppo “che le questioni politiche proposte, ma mai imposte, debbano essere affrontate insieme, senza avere pregiudiziali”. Così come se sia troppo che chiedere che gli incontri vadano concordati e non imposti da nessuno dei partiti a data, luogo ed ora prefissata”. Il dialogo si costruisce con il dialogo, conclude Paolucci, non con gli ordini di comparizione, che sembrano decreti di citazione a giudizio se si vuole veramente costruire il centrodestra”. Con questi preamboli è davvero complicato credere la destra arrivi alla soluzione del “concordes in unum”. In realtà ognuno, come già scritto, insegue obiettivi diversi. La Fiamma punta alle provinciali e a mettere Matera sullo scranno di Di Maria quando sarà e per farlo sa bene che deve orientarsi contro i mastelliani per ottenere l’appoggio decisivo. Ergo non è escluso che ad ottobre e senza simboli di partito i Fratelli, con poca Fiamma nella loro genia, possano mettersi dalla parte che non è mastelliana. Anche Forza Italia, per ragioni diverse, ha qualche conto in sospeso con i ceppalonici ma punta come obiettivo massimo alla ricomparsa in Consiglio comunale e di Antonio Reale in primis. Insomma, l’ipotesi che si abbandonino i simboli e si scelga la strada del civismo camuffato non è affatto esclusa. E se si opina che si andrà al ballottaggio, ebbè, è li che si regoleranno parecchi conticini. Ecco perchè Mastella punta alla vittoria al primo turno ma sa anche lui che l’impresa è ai limiti del possibile. Il clima non pare essergli favorevole ma si sa che oggi l’elettorato decide in cabina elettorale e lo sa anche Mastella.