Nascenzio Iannace va dritto per la sua strada. Le polemiche interne a Forza Italia non ne scalfiscono più di tanto il suo dirigismo a tal punto che la candidatura di Lucio Lonardo, come guida di un sempre più fantomatico centrodestra, prosegue senza neppure sapere cosa ne pensino i presunti alleati. Lonardo e il suo impegno di “salute pubblica”, formula che fa storcere il naso negli ambienti politici in preda al disorientamento ma che gli consentirebbe una certa qual trasversalità nella raccolta del consenso e in un momento di confusione generale potrebbe fare la sua parte. Viene da pensare, allora, che Forza Italia, partito ridotto al 4.6% in città, squassato dall’arrivo e vieppiù dall’addio di Mastella, si aggrappi a Lonardo più che il contrario, con l’intento di goderne qualche risultato che riporti in forme più stabili e “demastellizzate” il partito a Palazzo Mosti. Il momento attuale pone le singole personalità al di sopra dei partiti e svincolate da essi e questo è un problema che investe il centrodestra ma coinvolge anche il centrosinistra. E’ il momento del civismo, cui anche gli uomini di provata militanza politica guardano con malcelato interesse, un modo per acclarare l’impotenza dei partiti dei tempi attuali, alleggeriti e “liquesi” e più di tutto incapaci di esprimere la funzione di indirizzo politico, sliding doors da cui si entra e si esce con una certa disinvoltura. Un biglietto da visita di presentabilità presso l’opinione pubblica che nutre nei confronti dei partiti diffidenza se non avversione vera e propria, una testimonianza di esistenza politica. In questo contesto si fa strada la trasversalità, quell’esigenza di impegnarsi a trovare vie alternative tra soggetti politicamente distanti tra loro ma uniti nella comune finalità di imporsi ad un uditorio altrimenti assorbito dal clientelismo politico e dal notabilato mai estinto. I confini sono molto labili anche perchè spesso sono proprio i notabili ad orientare le scelte e a Benevento costoro hanno nome e cognome. Il rischio è che l’apertura alla società civile passi attraverso i soliti caminetti dei potentati di casta e la spinta di rinnovamento trovi sempre, alla fine, la realpolitik a dettarne l’agenda. Digressione a parte e tornando al centrodestra: i Fratelli si dibattono nel difficile passaggio “postfedericiano”, diffidano di Mimmo Matera che ritengono inadatto al ruolo, un po perchè troppo paolucciano, ed è colpa grave nella Fiamma di oggidì, e un po perchè non adeguatamente fornito di diplomazia e facile al “vaffa” spiccato, cosa che un segretario non può permettersi. Quindi, in attesa che da Roma scelgano un commissario “ad acta”, sempre che arriverà, i fratelli dovranno sorbirsi il buccianese preparando il terreno al futuro che li attende. S’ode anche la voce della Lega e di Ricciardi in particolare. “La lega ritiene prive di utilità talune polemiche che si ripetono sui mezzi d’informazione. L’invito e l’auspicio è all’unità, alla partecipazione, alla responsabilità, a partire dalla prossima riunione di coalizione del centrodestra”. Parole che appaiono più di circostanza che d’altro considerato che il clima di diffidenza e di scetticismo fa registrare livelli di guardia assoluta.