Due le cose di maggiore interesse che sono emerse dalla conferenza stampa a distanza di Fratelli d’Italia. Il promoveatur ut amoveatur di Federico Paolucci, con il benestare del diretto interessato, che passa “ad altri ed alti incarichi” in seno al partito:sarà proposto da Cirielli direttamente alla Meloni quale responsabile regionale del partito, delle politiche per le aree interne della Campania e come membro dell’Assemblea nazionale del partito. In sostanza, Federico Paolucci saluta la compagnia, dalla quale aveva preso le distanze già da tempo, rincarando la dose nel messaggio lanciato via chat interna ai “sedicenti dirigenti di partito”, affetti da “infantilismo” acuto e “propalatori di cazzate” a mezzo stampa. L’ormai ex portavoce dei Fratelli si era sostanzialmente difeso dalle accuse lanciate dal nuovo “direttorio”, ammantando il suo segretariato come il periodo di maggiore avanzata del partito degli ultimi tre anni. I fatti gli danno ragione, almeno sotto il profilo dei numeri. E’ però accaduto, paradossalmente, che l’escalation di Fratelli d’Italia del Sannio, culminata nella favorevole tornata delle Regionali, coincisa con il boom di consensi di Matera, abbia accelerato il processo di contrapposizione interna, abbia fatto emergere quelle ruggini che, probabilmente, un certo dirigismo del portavoce ha fortemente contribuito ad alimentare.
L’exploit elettorale di Mimmo Matera, nuovo portavoce, ha poi fatto il resto. In sostanza a Paolucci si è imputata la fuga in avanti della candidatura a sindaco di Benevento, presumibilmente “inaudita altera parte”, e le truppe hanno finito per lasciarlo solo non condividendone la direzione civica e qualche sirena lungo il Corso, che ad un certo punto Federico ha voluto portare avanti. Supposizioni? Forse, chiederemo spiegazioni ai diretti interessati. Così come chiederemo spiegazioni e veniamo al secondo punto di interesse, al neo responsabile Matera che finalmente viene insignito della carica. Cirielli afferma che Fratelli d’Italia tornerà al tavolo del centrodestra, Matera pone questioni di carattere oggettivo. Il centrodestra, così come è, non ha senso, è il pensiero del sindaco di Bucciano. E’ un’arena in cui tutti intendono far prevalere il proprio punto di vista a discapito degli altri, la linea politica da imporre agli alleati che si stenta e parecchio a riconoscere, si potrebbe aggiungere. Viespoli parla di “centrolega” ma la Lega non si intravvede, non entra nel dibattito politico, latita. L’onda lunga nazionale è ridimensionata e quella locale ne risente in modo disarmante. Con questi interlocutori, mettiamoci anche Forza Italia fanalino di coda della triade, Matera ha già detto di avere poco a che fare preferendo riprendere i contatti con gli esclusi, da Patto Civico allo stesso Viespoli; a maggior ragione se il partito più piccolo del lotto prende Lucio Lonardo e lo pone all’attenzione degli altri. Troppe fughe in avanti per Matera. E allora: o si ragiona in termini diversi oppure ognuno per se e Dio per tutti, è la sensazione che emerge, e alle prossime amministrative, di questo centrodestra, si assisterà ad uno “spacchettamento” a favore dell’uno o dell’altro dei contendenti che per Fratelli d’Italia non è Mastella. Obiettivo minimo e pure massimo è quello di tornare a Palazzo Mosti e da li ripartire per rifondare il polo conservatore, per dirla in modo anglosassone. In conclusione, il ritorno di Ida Santanelli che sarà parte con Alberto Febbraro e Francesca Pedicini della cabina di regia che affiancherà Matera. Ida, la pasionaria dell’estrema destra, fieramente “nostalgica”, era uscita dai radar durante il periodo “paolucciano”. Ora pare che rientri dalle retrovie per tornare a recitare un ruolo di primo piano. Buon lavoro.