Archiviato il mese di gennaio, sale di intensità la già avviata campagna elettorale per le amministrative beneventane, la cui data è ancora da stabilire per via dell’emergenza sanitaria. Ad oggi e al netto della evoluzione che subirà la crisi di governo in atto, Clemente Mastella e Angelo Moretti rappresentano i due campioni in lizza e l’attuale fase dell’invettiva politica li vede indirettamente protagonisti attraverso l’azione delle rispettive falangi. E tuttavia, l’operato degli “spin doctors” mastelliani ha preso a martellare Umberto Del Basso De Caro. Ha cominciato il sindaco Mastella, lo prosegue la senatrice Lonardo. “De Caro esca allo scoperto e ci racconti le evoluzioni della passata amministrazione”, dice la senatrice alludendo alla mole di debiti trovata dal consorte e alla successiva scelta del dissesto. Che è una materia sulla quale il Capataz del PD potrebbe esprimere giudizi anche e sorprendentemente affini a quelli dei Mastella visto che la seconda consiliatura Pepe vide proprio in De Caro uno dei più acerrimi avversari. Epperò, è a lui che si rivolgono i Ceppalonici che, probabilmente, avvertono un clima di apprensione attorno a loro vista la concentrazione di forze a loro invise che si va sedimentando. E allora non basta neppure la ormai reitarata assicurazione deluchiana per tranquillizzare il sindaco sul fronte che dovrebbe sostenerlo in città. Occorre capire proprio come evolveranno le cose a Roma, se i voti risicati serviranno davvero a garantire la maggioranza al Senato e a quel punto farli contare su base locale, magari facendo pressione su Zingaretti. Sandra Lonardo, nel frattempo, lancia segnali chiari ed inequivocabili.
Un teorema che si regge con gli spilli, certo, ma è tra le opzioni possibili e in casi di estrema necessità il sindaco non esiterebbe a servirsene. Dal canto suo De Caro, ovviamente, non raccoglie. Impensabile, per chi lo conosce anche superficialmemnte, che possa replicare alle provocazioni politiche: glielo impedisce la sua proverbiale albagia rispetto all’umanità che lo circonda. Dal canto suo lavorerà come ha sempre fatto da posizioni defilate ma solo dal punto di vista della visibilità. Certo se dovessero arrivare sollecitazioni romane dovrà comprendere quali saranno gli eventuali spazi di manovra, col pragmatismo che gli si riconosce.