La situazione politica sempre più caotica e purtroppo contraddistinta da una “italianità” senza pari. Renzi va dalla Annunziata e da Mieli e sostanzialmente fa marcia indietro rispetto alla bellicosità dei suoi intenti. Alla fine la sua posizione si può riassumere nella dicitura “a maggioranza variabile”, nel senso che sarà fuori dal Governo ma che voterà tutti i provvedimenti chiave del Recovery tranne la fiducia. Alla fine resterà dove è e se ne è accorto anche Mastella che si è chiamato fuori dalla contesa. Mastella che è stato anche lui ospite della trasmissione, nella quale ha ribadito che querelerà chiunque abbia messo in correlazione la sua azione responsabile a sostegno del Governo con le questioni prettamente beneventane, Bando Periferie su tutto. Ha anche replicato a Paolo Mieli a proposito della famosa telefonata con Calenda asserendo di averne fatta una sola, un’altra l’avrebbe fatta alla moglie per dirle di votare col Governo (sic!) e di non avere mai promesso nulla in cambio di un voto favorevole a Conte. Mastella si dice generoso e men che mai un cretino, e su questo non ci piove per nulla, ma non ha inteso assistere alla replica dello stesso Calenda, intervenuto al telefono per chiarire la sua posizione. Al di la di queste schermaglie, anche stucchevoli, il sindaco di Benevento ha ribadito un paio di punti importanti. In primis che non getta la spugna e continuerà a lavorare per dare una meno al Governo anche se ammette di non conoscere direttamente il Premier. “In questo momento per il Paese e’ ingeneroso e immorale andare al voto” , ripete, e a Renzi ricorda di essersi dimesso da ministro al tempo del Governo Prodi. ” “Renzi ha fatto in modo che i suoi votassero” contro il governo “poi ha avuto il dissenso all’interno di Iv e si è acconciato alla posizione di astensione per trattare, evitando un grande dissenso nella sua area politica. Altro che patriota, Renzi non è un patriota”. Poi ha ribadito che il Paese ha esigenza di più centro e allora ecco che sfodera dal cilindro il suo nuovo partito che avrà nome “Meglio noi, per l’Italia”. Al tirar delle somme, e il quadro non appare di gran valore, il sindaco denuncia tutti coloro che hanno osato mettere in correlazione la sua azione con gli interessi legati al Bando, che la sua iniziativa di salvare il Governo, visto che non conosce direttamente il Premier e visto che nessuno lo ha direttamente coinvolto per risolvere la crisi, debba trattarsi di una sua libera iniziativa, e che fonderà un partito, cosa già più volte annunciata addirittura a partire dal 2016 quando alla Stazione Marittima di Napoli rispolverò l’Udeur dalla naftalina per poi richiuderlo in un armadio. Insomma, niente di particolarmente inedito compreso il giudizio sull’accordo PD-5stelle col quale i suoi detrattori locali intendono “fotterlo”, sue testuali parole, sconfessando il patto delle regionali e pure il PD regionale che proprio ieri si è espresso in termini contrari alla fuga in avanti registratasi a Benevento.