RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
“Questa mattina, su richiesta della presidente della Commissione bicamerale sul Femminicidio, Valeria Valente, insieme all’assessore regionale alla Formazione, Armida Filippelli, ho incontrato la rete dei centri antiviolenza di Napoli. Ho voluto iniziare così il nuovo anno e la mia esperienza da Consigliera per le Pari opportunità della Regione Campania, incontrando, in presenza, donne storicamente impegnate contro la violenza per ascoltare tutte le criticità e confermare la mia disponibilità e attenzione ad adottare tutti quei provvedimenti che possono risolvere i problemi. E’ stata una scelta di buon auspicio con la quale ho ritrovato esperienze che ho contribuito a far nascere in passato, come quella di Scampia, nata proprio grazie all’incubatore di impresa realizzato molti anni fa, quando ero assessore regionale alle Pari opportunità”. Così Rosetta D’Amelio, al termine dell’incontro con Rosa Di Matteo (Arcidonna Napoli ) Patrizia Palumbo (Dream Team), Marianna Hasson (le Kassandre), Rosaria Esposito (Maddalena) e Gerardina Speranza ( Donne Insieme di Arzano). In particolare, le associazioni di Napoli hanno denunciato lo smantellamento di fatto dei 5 centri antiviolenza e hanno poi sottolineato che, in un momento così difficile per l’emergenza Covid, dinanzi all’aumento dei casi di violenza durante il lockdown, non c’è stata la risposta istituzionale e la rete storica si è dovuta far carico dei problemi delle donne, come sempre, anche quando non ci sono risorse, in maniera volontaria.
Riconoscimento e valorizzazione dei centri antiviolenza per l’importante lavoro di prevenzione e presa in carico delle donne che svolgono, garanzia di continuità del lavoro che mettono in campo, destinando tutte quelle risorse che possono assicurare l’apertura e la presenza sui territori in modo costante. Queste sono le richieste emerse durante l’incontro. “In tempi di coronavirus – ha ricordato l’assessora Armida Filippelli – cambiano radicalmente stili di vita, abitudini familiari e personali, modalità di lavoro. La parola d’ordine è distanza. Per questo abbiamo voluto, invece, incontrarci in presenza per sottolineare la vicinanza e il sostegno delle istituzioni ai centri antiviolenza, alla rete e al delicato compito che svolgono le donne”.La senatrice Valeria Valente ha ricordato la Relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio approvata all’unanimità sulla governance dei servizi antiviolenza e sul finanziamento dei centri antiviolenza e delle case rifugio e ha rilevato che “i finanziamenti in questi anni sono aumentati, ma non riusciamo a spenderli in tempi utili a sostenere in maniera adeguata l’attività dei centri. Per questo occorrono fondi certi, trasferimenti in tempi più celeri, programmazioni più lunghe, almeno su base triennale, criteri di accreditamento diversi e più stringenti, la revisione dell’intesa Stato-regioni del 2014 relativa ai requisiti minimi dei centri antiviolenza e delle case rifugio, sistemi di monitoraggio più attenti”. “I centri antiviolenza non possono essere gestiti come un servizio pubblico qualunque – ha concluso D’Amelio – hanno bisogno dell’esperienza e del sapere delle donne, della loro professionalità e specializzazione, della loro capacità di accoglienza e di ascolto. Verificherò, dal punto di vista amministrativo, quali modalità e quali criteri è possibile introdurre per evitare di escludere le associazioni storiche che lavorano da anni su un terreno così delicato, a partire dall’attuazione dell’istituzione del registro dei centri antiviolenza. Proveremo come Regione Campania a sperimentare le raccomandazioni e gli orientamenti di riforma contenute nella relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, con l’ambizione di fare da apripista per le altre Regioni. Infine, per quanto riguarda Napoli, stabilirò nei prossimi giorni un confronto con l’assessore alle Pari Opportunità del Comune”.