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Fratelli coltelli

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17 Dicembre 2020 | by redazione
Fratelli coltelli
Politica
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Di Enzo Colarusso – Come ti anniento un partito in crescita di consensi e che alle ultime regionali ha pure sfiorato la clamorosa elezione di un suo militante. O proprio quel successo ha finito per iniziare a creare le fibrillazioni interne che ora sono diventate vere e proprie apoplessie? Antonio Corbo, dalle colonne di Anteprima, lancia la notizia delle dimissioni di Alberto Febbraro dalla carica di segretario cittadino. Che non arrivano come lampo a ciel sereno, tutt’altro. Per Febbraro il partito “ha smarrito la serenità, gli interessi personali si scontrano con quelli generali” e il rischio grosso, sostiene, è che “soffi fortissimo il vento dell’autoreferenzialità e delle autocandidature. A Federico Paolucci fischieranno le orecchie perché, in dosi giuste, in questa deflagrazione interna, in questo caos generale ha la sua quota parte di responsabilità. La sua autocandidatura non ha prodotto gli effetti sperati col risultato che alla fine ha preferito il passo indietro. Un semiritorno a Canossa. E’ bastata però a seminare la diffidenza e a creare malpancismi interni che le Regionali, paradossalmente, hanno contribuito ad alimentare. La crescita “inaudita” di Mimmo Matera, per esempio, che è diventata incomprimibile. Matera vuole il partito a suon di 6000 e rotte preferenze, un boom che ha gettato nella confusione lo stesso Paolucci, poco in grado di gestire l’esuberanza del sindaco di Bucciano. Che vuole il partito e senza neppure troppi giri di parole. La cautela del collese ad affidargliene le chiavi a settembre fa riflettere. Sta di fatto che Matera mette sul tavolo il suo fardello e punta alle Provinciali e a eleggere il “suo” consigliere. Insomma, ritiene e anche a giusta causa di avere il partito in pugno. “In un partito serio i candidati, qualsiasi essi siano e qualsiasi risultato portino, non diventano di diritto presidente o coordinatore” si sarebbe fatto scappare l’ormai ex responsabile cittadino, epperò è anche vero che questo è il rischio che corrono i partiti di oggidì, cosiddetti “liquidi”, cioè senza struttura quale quella che costituiva lo schema portante che siamo stati abituati a conoscere. Fratelli non diverso dagli altri simulacri, PD compreso, e che ora come ora è in linea col resto della coalizione di cui farebbe parte: poca strategia, pochissima visione d’insieme. Appare come “nave sanza nocchiero in gran tempesta” con l’aggravante, oibò, di vantare quasi il 10% dei consensi su scala provinciale. E se A Flaiano era stato “l’insuccesso ad avere dato alla testa” qui è l’esatto contrario, è la sbornia da consenso che ha prodotto danni ingenti. E se poi ci mettiamo anche l’effetto delle possibili intenzioni di Pasquale Viespoli la situazione diventa complicata. L’ex sindaco di voglia ne ha tanta e non ne fa mistero. In un contesto quale è oggi il centrodestra è sempre lui il punto di riferimento ed è lui che può coagulare spinte trasversali capaci di attrarre interesse. E questo, ovviamente, genera tensione ma anche attrazione. Situazione delicata che sui va ad incastonare nel più generale quadro di confusione massima in cui è sprofondata la politica e nel quale finiscono per emergere le figure storiche che alla fine, con molta probabilità, governeranno i processi, come sempre.

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