Deminicum esse delendum. Chiedendo venia ai latinisti e forse anche allo stesso presidente del Consiglio comunale e forzando la lingua di Roma, riducendola alle vicende di Palazzo, si potrebbe dire come Catone che l’opposizione chieda la testa di De Minico, additato come uomo poco equanime ed anzi affatto garante delle prerogative anche della miniaranza. Quale oppoosizione, si potrebbe dire, visto che quella di giovedi resta, probabilmente, un unicum nella cronistoria di questa consiliatura. Sta di fatto che De Minico ha fatto assai poco per risultare simpatico a molti, maggioranza ed opposizione, tanto che a chiederene le dimissioni sono stati, ab initio, i Moderati e la la sensazione netta è che abbia esercitato le sue funzioni non sempre all’insegna della imparzialità. Nella vicenda della commissione Mobilità ha recitato un ruolo incisivo. I numeri la maggioranza non li aveva, orari di sconvocazione a parte, e in punta di diritto la sua azione è stata supportata dal Segreterio Generale con una nota assai dettagliata. In sostanza resta il dato politico che Annamaria Mollica, capogruppo dei 5Stelle, rimarca con vigore.
A difendere l’operato di De Minico e della maggioranza, Antonio Capuano di Noi Campani per Mastella.
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