La Pentarchia che regge il PD e che ha blindato il segretario provinciale Valentino, anatra zoppa dopo la sberla elettorale a Sant’Agata. Una soluzione ponte che traghetti al congresso della prossima estate e anche una strategia per impedire chew sia il presidente Insogna a gestire la transizione. Equilibri tattici, nulla di anormale. Di questa “oligarchia” è parte non indifferente Fausto Pepe, il sindaco del decennato, grande ispiratore dell’ascesa di Antonella Pepe ed elemento di spessore del nuovo organigramma PD. Fausto che si riavvicina a De Caro, incredibile dictu, ma la politica è l’arte dell’impossibile, e che rivaluta Mino Mortaruolo, anche questo un passaggio politico non da poco. Pepe is back, si potrebbe dire, e in pochi lo avrebbero ipotizzato a maggior ragione dopo la sua decisione di lasciare a fine 2017 il Consiglio comunale. Fieramente avvverso a Mastella e a li seguaci sui, Fausto Pepe ci concede una lunga intervista nella quale ribadisce l’antagonismo al sindaco in carica e la diversa imposatazione concettuale circa la visione di città che separa il PD dal Ceppalonico
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