Nel PD è tempo di tregua. Dopo i burrascosi sviluppi immediatamente successivi alle Regionali, con la Pentarchia e l’Asse De Pierro Del Vecchio praticamente ai ferri cortissimi, ora sembra essere subentrato un periodo di non belligeranza con decariani e sinistra del partito collocati su posizioni di attesa. La nuova classe dirigente che va delineandosi all’orizzonte ha assunto un atteggiamento chiaramente contrario a Mastella, l’Asse invece è dell’avviso che il modello deluchiano vada esteso anche alle Amministrative dell’anno prossimo e per questo un dialogo con Mastella è necessario. Sedimentatesi le conflittualità ora c’è spazio per riflessioni più pacate. Cacciano, il vicesegretario del partito, ha richiamato tutti al senso di responsabilità e alla ricollocazione all’interno del partio delle diatribe interne in nome di quella chiarezza che da più parti viene auspicata. Tutto all’interno e nulla al di fuori di esso, sembra essere il mantra di questi giorni. De Pierro attende che Napoli dia segnali espliciti e nel frattempo avanza la richiesta che possano essere le primarie a fare giustizia delle diatribe interne. E allora, in questo contesto ancora incerto trova spazio la fantapolitica, fanta fino ad un certo punto, e cioè che alla fine il modello deluchiano possa davvero aprirsi un varco e che tra Mastella e De Caro, possa alla fine sortire l’accordo definitivo e chiudere la partita.
Una opzione , certo, ma sembra già placarsi l’antimastellismo di qualche settimana fa del PD. Antonella Pepe, la coordinatrice della Pentarchia
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