La crisi, formalmente, è aperta. I Moderati hanno rimesso le deleghe e con toni durissimi hanno rimarcato l’assoluta inaffidabilità di Mastella circa il quale “si prende atto del venir meno delle condizioni di permanenza nella maggioranza dato il mancato rispetto di impegni presi con il gruppo consiliare, cosa già avvenuta in passato”. Tradotto in soldoni significa disattenzione delle promesse fatte per colpa di un “sinedrio” , una sorta di Politburo di sovietica memoria, absit iniuria verbis, in cui figurano i nuovi pasdaran masatelliani, su tutti Gino Abbate, un consesso oggi assai potente, che decide, a parere dei quattro, promozioni ed epurazioni. La questione gira attorno a Gesesa e alla presidenza politica della partecipata. Abbate non gradisce Picucci e ci mette poco a convincere Mastella che quella scelta non s’ha da fare. I Moderati, che a giorni indiranno una conferenza stampa di chiarimento, puntavano alla presidenza del CdA, con Picucci, e al mentenimento dell’assessorato da affidare a Mimmo Franzese, con molta probabilità. Pretese ritenute eccessive visto anche l’orientamento non affine a Noi Campani del gruppo consiliare alle scorse Regionali.
Mastella, volato in Liguria dai nipoti, ha già liquidato la faccenda dicendosi “annoiato” anche se sa bene il Ceppalonico che a rendere forti i quattro Moderati è stato proprio lui, nell’unico errore politico commesso in questi ultimi cinque anni, se di errore si può parlare. Il sindaco ha già in cassa il sostegno per arrivare a fine consiliatura. Asse e Patto glielo garantiscono e persino i Moderati che annunciano d’essere fuori dalla maggioranza ma che valuteranno “la propria posizione consiliare a seconda di ciò che sarà discusso nell’esclusivo interesse della città.” Una porta aperta, non si sa mai…
