La eco vasta delle dimissioni di Oberdan Picucci. Una eco che è pari alla portata del personaggio che, rebus cic stantibus, abbandona la giunta e apre una fase critica in seno all’Amministrazione cittadina. Con lui i Moderati che oggi si riuniranno per fare il punto della situazione e decidere come affrontare la crisi. Intanto l’interrogativo è come si procederà, quali saranno le condizioni di agibilità politica sulle quali poter contare. Tra le fila dell’opposizione è sul Patto che si addensano i maggiori interrogativi. Voci di dentro pattisti fanno emergere una esigenza di estrema chiarezza. In soldoni gli attuali aderenti al gruppo, cangiante come non mai, esprimono l’esigenza che Piciucci chiarisca le ragioni della sua decisione e che anche il gruppo dei Moderati faccia capire cosa realmente abbia in serbo. E più di tutto che Mastella dimostrri di non essere sotto scacco, di non subire pressioni e sia sufficientemente libero di esercitare la sua funzione senza essere condizionato. Il Patto, per quel che si evince, non sembra intenzionato a considerare politicamente percorribile la strada dell’interruzione anticipata della consiliatura che il duo Sguera Scarinzi vorrebbe arrivasse a scadenza naturale. In questo caso, però, essenziale resta la “glasnost” delle relazioni che potrebbe anche condurre ad un sostegno consiliare espresso di volta in volta, in base alla rilevanza dei problemi che si presentano sul tappeto. e addirittura, in caso di richiesta anche un eventuale ingresso in giunta. Clamoroso? Fino ad un certo punto. A sostenere la navigazione a vista del sindaco ci potrebbe anche essere l’assistenza del gruppo consiliare del PD, sulla falsa riga del teorema deluchiano delle Regionali, insomma un soccorso alterno per impedire la fine anticipata della consiliatura. Tutto questo sempre che a Mastella non convenga staccare la spina subito dopo avere approvato quei provvedimenti che reputa importanti, Puc su tutti. Una fase molto complessa in cui tutti giocano una partita anche personale. Rumors, addirittura, avrebbero voluto Gino Abbate irritato in attesa della nomina di Gesesa. Il neoconsigliere regionale sarebbe stato contrario a Picucci perchè non in linea con le indicazioni suggerite circa la sua successione. Mastella avrebbe accolto le riserve del suo alfiere non disdegnando di infliggere a Picucci una sorta di “punizione” per lo scarso se non abulico impegno a favore della causa di Noi Campani alle elezioni del 20 e 21 settembre: Picucci era stato a sostegno di Puzio. Pertanto, sarebbe in rampa di lancio per entrare in consiglio, al posto di chi succederà a Picucci, tal Giuseppe Francesco Farese, imparentato proprio con Gino Abbate. Un gran bailamme di posizionamenti con la triade Abbate, Ucci e per molti anche Santamaria in fase ascendente, prodromi delle prossime scorribande a Palazzo Mosti.