“Ho sempre svolto unicamente l’attività di avvocato e non ho mai ricoperto alcun ruolo nell’Amministrazione della Società Tecno Bios s.r.l.” Una dichiarazione parzialmente vera quella resa dell’assessore all’Innovazione del Comune di Benevento Maria Carmela Mignone non più tardi di un paio di mesi fa, nel momento in cui il Movimento 5 Stelle ne reclamò le dimissioni e Mastella sembrò difenderla a spada tratta. Parzialmente vera perchè l’Avvocato Mignone, oltre a quote azionarie in ben quattro società e cioè Tecno-Bios, Tecno-Project, Tecno-Ambiente e Delta BioTech, una in più di quanto non reso per “dimenticanza” in autocertificazione, è consigliere nel consorzio Sannio Tech con nomina in data 19 febbraio 2020, data di presentazione 20 febbraio dello stesso anno, e data di iscrizione 9 marzo, così come recita la visura storica di riferimento, e nove giorni prima di ricevere la nomina da Mastella ad assessore all’Innovazione il 28 febbraio 2020. L’assessore ha, quindi, ricoperto ruoli se non apicali comunque di partecipazione nei ranghi di aziende di quel consorzio ma ha sempre detto di non esserne parte: ha quindi mentito sia all’atto della nomina, sia all’atto dell’autocertificazione, il 28 maggio scorso, nel momento in cui le è stato chiesto di rendere pubbliche le sue attività, barrando gli spazi dove le si chiedeva se fosse detentrice o meno dell’esercizio di funzioni di amministratore o sindaco di società. Basterebbe per chiederne le dimissioni per palese conflitto di interessi per via di tutte le situazioni di cui si è scritto in precedenza. Ma c’è di più. Al consorzio Sannio Tech aderisce anche il Consorzio Campale Stabile che nel 2018 ha ricevuto dal Comune di Benevento l’incarico per la messa in sicurezza della discarica di Piano Borea. La Tecno Bios è anche socia del Consorzio Medil che sta eseguendo i sopralluoghi per la eventuale partecipazione alle gare di appalto del Comune per la riqualificazione del mercato Malies e del Cammino della Pace Benevento-Pietrelcina. Insomma, l’assessore Mignone avrebbe scarse occasioni per sedersi in giunta, lei stessa affermò che avrebbe abbandonato la seduta ogni qual volta un argomento l’avesse sfiorata in un seppur lontano sentore di conflitto di interessi. E tuttavia, la domanda la si pone essenzialmete a Mastella stesso. Il sindaco sapeva tutto questo al momento del conferimento dell’incarico? Qualcuno lo ha messo a giorno di quelle che sarebbero state le sue scelte? E di più: cosa intende fare ora che la situazione appare assai chiara e la questione quanto meno della inopportunità, sollevata illo tempore, trova un fondamento anche maggiore?