Gesesa attenderà il prossimo 15 luglio per chiedere la revoca al Tribunale del Riesame per il dissequestro dei dodici impianti per cui la Procura della Repubblica di Benevento ha aperto unìinchiesta per fare luce su di una storia di malversazioni che vanno dalla corruzione all’inquinamento ambientale e che vede indagate ben 33 persone. L’equipe di avvocati che Acea ha radunato per difendere la propria onorabilità ha deciso di prendersi tutto il tempo per imbastire una strategia difensiva, a fronte delle quasi 22mila pagine di cui si compone il maxifascicolo. Le indagini pongono Gesesa in una condizione di imbarazzo e mettono il comune di Benevento nelle condizioni, eventuali, di potersi dichiarare parte civile in un possibile dibattimento. Comune di Benevento in seno alla cui giunta permane l’ambigua posizione dell’assessore Mignone, intestataria di ben 3 quote di partecipazione in altrettante società e a quanto sembra non dichiarate al momento dell’insediamento. Ci sarebbe anche da chiedersi se qualcuno le abbi mai fatto qualche domanda in materia illo tempore. Si tratta di una quota pari al 2% in Tecnobios, società di consulenza di Gesesa, del 50% in Tecno-Ambiente, del 25% in Tecno-Project e del 10% in Delta Biotech. Alle contestazioni mossele, cioè il fatto che fosse o meno in conflitto di interessi, l’Avvocato Mignone ha sempre opposto di non avere cariche apicali in quelle società, cosa accertata e vera, ma che non fugano i dubbi sulla opportunità della sua presenza nel governo della città. C’è anche da valutare un altro aspetto. Mignone solo di recente, il 28 maggio scorso a giusto tre mesi dal suo avvento, ha rivelato di essere parte di tre pacchetti azionari, dalle visure se ne contano quattro, in forza della l’autocertificazione sottoscritta, ex lege 441 del 5 luglio 82. Meglio sarebbe stato che l’assessore avesse dichiarato il 28 febbraio la sua posizione anzichè attendere tre mesi per quella trasparenza che ci si aspetta da un pubblico amministratore. Non essere in conflitto di interessi, ammesso che la signora non lo sia, non per forza esime dal rispetto di una prassi fatta di nitore delle proprie attività che si deve praticare nel momento dell’assunzione di un incarico pubblico così prestigioso. E neppure è accettabile che, sempre in assenza di conflitto di interessi, l’assessore dica di sua sponte di essere pronta ad assentarsi se in giunta si dovesse affrontare un tema vicino alla questione delle acque. Una dichiarazione che sconcerta e che implicitamente pone il conflitto di interessi.