Il governo ombra agita la vita interna del PD. Un partito alla ricerca di una propria identità, quello sannita, governato da un notabilato diffuso che con la politica , spesso, ha molto poco a che vedere. Interessi anche personali che in molte occasioni condizionano l’andamento meramente politico ma è il prezzo da pagare quando la struttura è clanica. Quello del governo ombra è oggettivamente una questione che può suscitare ilarità, rispetto ai temi che dovrebbero animare il partito. La questione Sant’Agata, per esempio, la non opposizione a Palazzo Mosti, quest’ultima una situazione che è ormai un dato di fatto, i non chiari rapporti con Mastella. Sull’organigramma ironizza Raffaele Del Vecchio che parla di perdita di senso del ridicolo ma conta anche che nessuno dei suoi sta dentro la lista tutta decariana. La replica di Claudio Ricci, il responsabile agli Esteri. “Ho accettato di occuparmi degli «esteri», collaborando con l’onorevole Fiano a livello nazionale, non l’ho fatto certo pensando di dovermi occupare di questioni planetarie”, controironizza l’ex presidente della Provincia, che si dice dispiaciuto per il sarcasmo ma ammette che si sarebbe potuto usare una terminologia meno roboante, per esempio «tematiche europee». Ma tant’è. Sulla questione , l’opinione di Giovanni De Lorenzo, segretario cittadino del PD beneventano che coglie la presenza dei tanti giovani come un dato incoraggiante.
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