Riceviamo e pubblichiamo
Poche settimane ancora e per la nostra cittadina arriverà il momento tanto atteso: il rinnovo del Consiglio comunale e l’elezione del nuovo Sindaco. Dopo dieci anni di immobilismo politico è ora di rilanciare e rilanciarsi in un progetto che veda coinvolta la società civile e quanti sapranno e vorranno dare un contributo.
C’è molta insoddisfazione tra la gente quindi voltare pagina è un imperativo categorico, con un progetto di lungo periodo ed il coinvolgimento di una nuova classe dirigente giovane, entusiasta, capace. Una classe dirigente che non abbia nulla da chiedere ma tanto da dare e che segni una discontinuità sostanziale rispetto al recente passato, soprattutto nel modo di fare politica.
Il mandato di Carofano è scaduto il 31 maggio 2020. Ora grazie all’emergenza Coronavirus il Sindaco godrà di una proroga fino al voto. Il DL 20 aprile 2020 n.26 ha aperto una finestra elettorale tra settembre e dicembre ed il Governo è attualmente al lavoro per individuare una data idonea nella forbice stabilita. Di conseguenza il Consiglio comunale resterà in carica fino all’elezione dei nuovi consiglieri.
In virtù di ciò si pongono alcune questioni.
Innanzitutto che il prossimo Consiglio avrà una data inferiore a quella fisiologica con inevitabile pregiudizio per i futuri amministratori. Sembrerebbe un tema di poco conto per qualcuno ma invece non lo è.
La questione invece è molto sentita; a tal proposito registriamo che in alcune regioni a statuto speciale come la Sicilia, dove a legiferare in materia elettorale è il Consiglio regionale, è sul tappeto la proposta di nominare Commissari prefettizi per traghettare le comunità al voto nel rispetto della durata del mandato elettorale.
Non a caso un altro problema di rilievo in regime di prorogatio riguarda proprio i poteri dell’amministrazione in carica:
La domanda è se può un Sindaco in proroga agire come fosse ordinariamente in carica potendo in essere atti di indirizzo destinati a produrre effetti permanenti e vincolanti per la futura amministrazione.
Correttezza e coscienza civica vorrebbero che il Sindaco in proroga per lo stato di emergenza dichiarato condividesse ogni decisione con tutto il Consiglio (maggioranza e minoranza) a maggior ragione se si tratta di decisioni legate all’urgenza sanitaria, economica e sociale del Covid. Mai come in questo momento di progettazione e ripartenza sarebbe necessaria condivisione e collaborazione.
Infine ma non per questo meno importante di quanto detto sinora, è la circostanza del rinvio delle elezioni che pone un ulteriore problema in termini di spesa pubblica. Anche in questo caso sarebbe auspicabile che l’amministrazione dimostrasse maggiore sensibilità istituzionale, rinunciando almeno durante la proroga all’indennità di carica.