L’arrivo di Martusciello nel Sannio alla guida di Forza Italia, come da noi anticipato nella giornata di ieri. L’europarlamentare affiancherà Domenico Mauro. La confusione, comunque, regna sovrana. Martusciello arriva su indicazioni romane e napoletane con l’incarico di arginare le velleità di parte del partito che insieme a Mastella veleggia verso l’alleanza elettorale con De Luca. Mastella alla fine dovrebbe portare al Governatore un valore aggunto intorno al 4% che non è molto ma neppure poco, visti i tempi. Martusciello arriva per frenare l’emorragia ma l’azione dovrà essere condotta con assoluta delicatezza, senza esacerbare il clima politico già in fibrillazione. Mauro resta in attesa di comprendere quali potranno essere le mosse della federazione regionale nella quale gode della stima di Cesaro e dovrà valutare se questo affiancamento potrà essere assorbito politicamente oppure no. Resta il fatto, e non è cosa di poco conto, che è ora nelle condizioni di scegliere, la volontà dei falchi contrari all’accordo Mastella-De Luca era quello di eliminarlo senza condizioni. Vorrà confrontarsi con il suo zoccolo duro formato da amministratori e militanti che nei due anni da commissario è riuscuito, in un clima fortemente avverso, ad avvicinare al partito. Partito che non vuole rompere con Mastella e Mastella non vuole troncare del tutto i contatti col partito per le ragioni di realpolitik di cui abbiamo largamente parlato, ma al tempo stesso non può restare inerme ad assistere al continuo slittamento verso De Luca di chi si sente solidale con Mastella, col rischio di sfasciare definitivamente Forza Italia. Ecco allora l’esperienza di Martusciello che vorrebbe riaggregare anche chi è da tempo lontano dal partito. Un nome che torna alla mente, per esempio, è quello di Mino Izzo ma le possibilità che l’ex parlamentare airolano possa tornare sulla scena sono davvero poche. Chi invece guarda con gran simpatia alla venuta di Martusciello è senza dubbio Gigi Scarinzi, amico e referente sul territorio, cosa che esacerba e non poco il gruppo consiliare, e qui il discorso, inevitabilmente, investe la corsa per le candidature che, da qualsivoglia parte si guardi questa intricata vicenda, rappresenta il vero punto centrale di ogni manovra politica. Mastella con De Luca ha di certo affrontato il discorso del do ut des, assessorati ma amche incarichi di enti, come è nelle sue corde, con relative promesse urbi et orbi ma non è l’unico a farlo e nel clima di liquidità in cui si muove la politica oggi cambiare orientamento è cosa di assoluta normalità. Napoli val bene una messa.